Lo so benissimo che i frutti di bosco si raccolgono in piena estate! Ma i loro colori, la loro provenienza nordica e boschiva mi fa pensare all’inverno e all’atmosfera natalizia! Cosa c’è di meglio in questo periodo che aprire un barattolo di gelatina di ribes, fare una crostata di lamponi o bere del succo di mirtillo! Sono tutti ricchissimi di vitamine e hanno eccellenti proprietà organolettiche e ‘salutistiche’.
Inizialmente crescevano spontanei solo in zone di mezza montagna, poi la loro coltivazione si è estesa a poco a poco. Oggi grazie alla presenza sul mercato di piantine altamente produttive e garantite geneticamente, è possibile praticarne la coltivazione anche nell’orto di casa o in un piccolo angolo del frutteto. La semplicità delle cure colturali, la lunga durata dell’impianto e la scarsa necessità di interventi antiparassitari, rende la coltivazione dei ‘piccoli frutti’ accattivante e stimolante.
Una cosa è però certa: il suolo deve essere fresco e profondo. Prima di impiantare qualsiasi pianta e a maggior motivo i ‘frutti di bosco’, occorre sempre pensare al loro luogo di origine, per evitare di sacrificarli in luoghi non adatti se non antitetici alle loro esigenze. Gli antenati dei ribes e dell’uva spina, per esempio, crescevano spontanei nelle foreste dell’Europa centrale e settentrionale, in radure ai margini del bosco, dove trovavano luce o ombra leggera. Gli alberi erano abbastanza distanti per non coprire loro il sole, ma ripararli dal vento. Nell’ambiente nativo il suolo era ricoperto da varie erbe spontanee e fiori selvatici, che contribuivano a mantenere umida la terra.
Le varietà che coltiviamo oggi, non sono che l’incrocio di alcune specie selvatiche, per questo occorre garantire ai frutti da bacca un ambiente adatto alle loro esigenze primarie: molte delle malattie che possono contrarre derivano dal fatto che non li piantiamo e curiamo secondo ‘natura’.
Lo stesso discorso vale anche per i mirtilli, i lamponi e le more. Queste bacche, così belle e salutari, dovrebbero inevitabilmente fare parte del nostro frutteto, ma scegliamo per loro un luogo leggermente assolato o in mezz’ombra, riparato dai venti freddi, ma soprattutto teniamo sempre il terreno coperto da uno strato di pacciame. Scegliete voi il materiale con cui realizzare di questo ‘tappeto’: foglie, piante basse o trinciato di corteccia. Collochiamoli ai margini perché le loro dimensioni sono consistenti rispetto agli ortaggi e sono ottimi come siepi di confine. Ricordiamo che l’impianto di questi frutti può durare anche 10 anni e più! Prepariamo oggi i presupposti per piantarli a primavera (ma anche in autunno andrà benissimo perché resistono benissimo ai rigori dell’inverno): individuiamo il luogo migliore e prepariamo la terra, aggiungendo foglie e torba se il terreno è troppo pesante, aggiungendo compost, ma soprattutto tanto letame, se il terreno è troppo leggero. E infine perché non fare un giro nel bosco per prelevare del buon terriccio un po’ acido, che tanto piace ai nostri piccoli frutti?
In particolare per il mirtillo, ma anche per il lampone e per il ribes è necessario acidificare tutto il terreno che verrà esplorato dalle radici. Per questo sarà utile interrare insieme al letame, aghi e cortecce, trucioli, seccatura e foglie, per portare il valore del pH del terreno intorno al 4,5 – 5,5.
Questi sono i primi presupposti per potere avere la possibilità di piluccare in estate, direttamente dalle piante, dei frutti deliziosi, e di preparare gelatine e marmellate come provvista per l’inverno!
foto di Sonia Belviso, di Arwen Twinkle e di Andrey da flickr
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