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Scalogni con pacciamatura

Ci siamo mai chiesti perché in natura non esiste un terreno nudo? Semplice: perché la copertura, sia essa di prato, di foglie o di sassi, è utile.

Quando noi coltiviamo, quando pratichiamo un qualsiasi tipo di agricoltura e denudiamo la terra dobbiamo interrogarci e trovare un rimedio per restituire quanto tolto. E meglio tardi che mai, da un po’ di anni a questa parte, abbiamo scoperto l’importanza della pacciamatura.

Un terreno nudo è più soggetto agli sbalzi termici e agli agenti atmosferici: irradiazione solare troppo forte e conseguente inaridimento, piogge torrenziali che comportano dilavamento e ruscellamento. Quando il terreno è scoperto l’acqua evapora subito ed è più esposto al calpestio.

Se si pensa ad un bosco e come questo si auto-protegge e si auto-fertilizza, comprenderemo subito l’importanza della pacciamatura. In un bosco il suolo è sempre ricoperto da foglie che ne proteggono la vita sottostante e decomponendosi lo fertilizzano.

La pacciamatura ha lo stesso ruolo delle foglie del sottobosco. Lo strato pacciamante promuove la salute e il vigore delle piante e della terra, che grazie ad esso non necessita di concimi di sintesi, né tantomeno di diserbanti.

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SeminaCi sono ortaggi che crescono meglio se seminati in piena terra e non in semenzaio. Tutti gli ortaggi con il seme grande, come la zucca il mais, il melone, i fagioli, le zucchine, i piselli, soffrono se vengono lasciati troppo nei vasetti piccoli in attesa che arrivi la buona stagione per essere trapiantati, talvolta è meglio aspettare che le temperature rialzino e poi seminare direttamente a dimora: se la stagione sarà propizia cresceranno che una meraviglia e sorpasseranno le piantine allevate in semenzaio.

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Salve a tutti,
girando per internet ho visto alcuni video, per lo più americani, che riguardano la coltivazione in aiuole quadrate, che chiamano square foot gardening.
E’una tecnica che funziona realmente? In italia non si usa?
Grazie.
Saluti.
(Paolo)

Risposta

Ciao Paolo,
la tecnica di cui scrivi – Square Foot Gardening – è stata ideata in America da il sig. Mel Barlow – consulta pure il sito che trovi nel link, e consiste praticamente nell’organizzare l’orto in spazi molto ristretti ordinando le diverse coltivazioni in mini aiuole rialzate, realizzate con delle assi di legno molto eleganti, all’interno delle quali si riporta terra molto sciolta.
Certo che anche tu le puoi realizzare, anche se come dicevi giustamente che, in Italia non si U.S.A.!
Salute e buon orto!

Immagine 2Fare l’orto allevando pesci o allevare i pesci facendo l’orto! Ma cosa c’entrano i pesci con l’orto? Effettivamente fino a non molto tempo fa niente o quasi niente, ma con l’acquaponica vivono in simbiosi, ovvero vivono in rapporto strettissimo.

Già da qualche tempo avevo sentito parlare di acquaponica, ma ritenevo l’argomento un po’ troppo sperimentale e lo scetticismo aveva vinto sulla mia curiosità. Effettivamente il principio su cui si basa l’cquaponica un po’ strano lo è, ma vi assicuro che è una tecnica agricola molto efficace, che garantisce ottimi risultati, risparmia risorse e rispetta l’ambiente. Quindi vale proprio la pena di capire insieme di cosa si tratta, perché potrebbe in futuro serbarci molte sorprese!

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Come sappiamo gli ortaggi sono vegetali vagabondi e non amano mettere radici  a lungo nello stesso posto. La tecnica della rotazione ci ha fatto scoprire quanto questo sia salutare per l’orto. E proprio per accompagnare e per aiutare i vari ortaggi in questo loro peregrinare da una parcella all’altra, abbiamo stilato un elenco delle specie più usate con il relativo numero di anni che dovremmo attendere prima di ripiantarli nello stesso posto. Ma non facciamoci intimorire dai numeri! Bisogna conoscere le regole per poi saperle interpretare!

aglio – attendere 4-5 anni

asparago – l’asparagiaia resta sul terreno per molti anni, ma una volta che avrà esaurito la sua produttività, dovremo attendere 7-8 anni prima di riposizionarla sullo stesso terreno.

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Nel progettare e ad organizzare l’orto dobbiamo sempre tenere conto della rotazione degli ortaggi’ o ‘dell’avvicendamento delle verdure’. Non preoccupatevi, il nome sembra complicato, ma la tecnica è semplice. Funziona così: le piante non amano stare sempre nello stesso posto, perché soprattutto le più affamate l’anno dopo trovano il terreno troppo povero per i loro gusti, ecco allora che occorre sostituirle con altri ortaggi che al contrario arricchiscono il suolo, e così via negli anni: ogni stagione l’ortaggio giusto al posto giusto. La rotazione ci insegna a fare questo, consigliandoci l’ordine in cui gli ortaggi, appartenenti a famiglie e specie diverse, devono susseguirsi su uno stesso appezzamento di terreno nel corso delle varie stagioni.

Se non l’avete mai praticata è arrivato il momento di farlo, perché migliora la qualità e la resa della produzione orticola, controlla la crescita delle malerbe, contrasta insetti e malattie e salvaguarda la fertilità del terreno. Di conseguenza diminuisce la necessità di diserbanti, concimi e antiparassitari. Insomma un vero toccasana sia per il nostro orto che per le nostre finanze.

Per individuare quale rotazione ci è più congeniale dobbiamo tenere conto di alcuni criteri:

1. Le rotazioni più lunghe (4-8 anni) danno risultati migliori, ma dobbiamo ricordare di inserire sempre nel loro interno delle leguminose, perché sono quelle che hanno maggiori proprietà fertilizzanti. Inoltre se optiamo per una rotazione quadriennale sarà opportuno suddividere l’orto in quattro particelle, dove si alterneranno le verdure pianificate.

2. E’ buona regola partire con una leguminosa (esempio: piselli o fagiolini) per passare poi ad una pianta con elevate esigenze nutritive, come la patata, che può beneficiare ampiamente della fertilità residua, seguita poi da un ortaggio un po’ meno vorace, come la cipolla, per poi terminare con uno poco esigente, come la carota e poi di nuovo daccapo.

Ma non finisce qui. L’ argomento è…fertile. Seguitemi nella seconda parte della rotazione degli ortaggi, prossimamente su questo blog.

foto di dadavidov da flickr

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