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Salve, da qualche tempo ho un piccolo orto dove coltivo pomodori, ma negli ultimi anni il raccolto è peggiorato notevolmente. Ho cercato su internet e mi sono imbattuta nel vostro splendido sito. Riguardo alla coltivazione del pomodoro viene nominato il sovescio. E’ possibile applicarlo anche ad un orto di piccole dimensioni? La veccia (Vicia Villosa) potrebbe andare bene come coltura di sovescio? E in che periodo mi conviene seminarla? Grazie per l’attenzione.

(Beatrice – Savorgnano del Torre)

Risposta

In genere negli orti piccoli il sovescio non si utilizza perché si ha sempre carenza di spazio, ma se tu vuoi dare una maggiore struttura al suolo e puoi permetterti di lasciare riposare una piccola area per  renderla più fertile, è certamente una pratica che puoi utilizzare.

L’impiego di una leguminosa e quindi della veccia è senz’altro indicata per arricchire di azoto il terreno.

La veccia sativa è più resistente al freddo e fa più biomassa. Può essere mischiata anche ad altre piante da sovescio come avena, favino, pisello etc. La veccia sopporta bene la salinità dei suoli e la siccità e si adatta anche a terreni tendenzialmente acidi. Si può seminare in autunno in tutte le regioni dove il clima si mantiene abbastanza mite o in primavera dove gli inverni sono molto rigidi.

Si raccomanda di interrare prima che i semi arrivino a maturazione.

Per dare più sprint ai tuoi pomodori ricordati di aiutarli anche con un po’ di potassio. In questo caso è ottima la cenere di legna oppure una concimazione a base di consolida (su questo argomento scriverò presto un articolo su InOrto) o con  del macerato di ortica.

Un saluto e buon orto! E soprattutto grazie per i complimenti!!!

Mi chiamo Marcello, ho 36 anni e sono appassionato di agricoltura. Ho un negozio a Lecce in cui propongo mobili e complementi d’arredo realizzati in Fico d’India (dalla lavorazione delle sole pale potate dai contadini). Oltre a vari ortaggi produco qualche grammo di zafferano. Volevo chiedervi cosa posso seminare dopo lo zafferano (Crocus sativus) come sovescio?

(Marcello – Lecce)

Risposta

Ciao Marcello, esistono molte piante per praticare il sovescio e la concimazione verde.

Dopo lo zafferano per ridare un po’ di fertilità al tuo terreno potresti seminare in ottobre del favino, della fava o dell’erba medica. Dipende dalle tue esigenze.

Per approfondire ulteriormente l’argomento sovescio potresti leggerti anche questo articolo tratto da Orti di Pace, è ben fatto e potrebbe aiutarti.

P.S: non ho mai visto i mobili fatti con il fico d’india, ma li trovo geniali!

Buongiorno, cosa posso mettere dopo la raccolta di patate come sovescio? Grazie

(Carla – Aosta)

Risposta

Dopo la semina della patata il terreno risulta abbastanza ‘provato’, quindi l’idea di alternare con una pianta da sovescio mi sembra ottima. Ti consiglierei senz’altro una leguminosa e tra tutte il favino è senz’altro la più adatta, il fatto che però tu viva ad Aosta può essere un limite, perché sicuramente da te le temperature invernali sono molto rigide e questo potrebbe compromettere il buon esito del sovescio. Per questo ti consiglio di usare le veccia autunnale o di posticipare il più possibile la semina del favino, in modo che la coltura possa subire meno danni. Saluti e buon orto!

Sono un’appassionata della terra e dei suoi prodotti. Impiegata part-time riesco a conciliare il lavoro ed i miei hobby, e l’orto è uno di questi.

Quest’anno ho messo una parte di orto a riposo e ho seminato i primi di giugno la soia per il sovescio …e dunque azotare il terreno

Ora mi chiedo qual’è il momento giusto per effettuare il sovescio? Devo aspettare che fiorisca o devo agire prima della fioritura? Grazie.

( Antonella )

Risposta

Ciao Antonella, in genere il momento più adatto per il sovescio coincide con la fioritura, ma per le leguminose, come ho già scritto in un mio post precedente riguardante le modalità di sovescio, è giusto farlo pochissimo prima per evitare che una parte dell’azoto venga sfruttato per portare a maturazione il seme.

Ma la tua domanda mi ha spinto ad approfondire l’argomento ed ho chiesto ad amici orticoltori un loro parere. Le risposte sono state varie, ma tutte concordavano sul fatto che è bene farlo all’inizio della formazione dei baccelli, confermando l’importanza che la pianta non porti il seme a maturazione. Un saluto e a presto

Come si fa a sapere quali sono le piante da sovescio migliori per il nostro orto? come faccio a sapere se c’e’ bisogno di azoto o di altro? Devo guardare al ph del terreno?
O in realta’ quelle citate sono analoghe come “resa” di sovescio e le differenze principali riguardano solo le caratteristiche delle varie piante (semina, resistenza freddo, crescita, ecc) ? Grazie mille

( Donato )

Risposta

Ciao Donato, il sovescio è utile su ogni tipo di terreno. Lo devi vivere come una vera e propria concimazione, che oltretutto migliora notevolmente la struttura del terreno sia esso sabbioso che argilloso. Sul tipo di piante da adottare alternerei nel corso del tempo piante appartenenti a famiglie diverse: vale a dire che se all’inizio della primavera hai una parcella libera seminerei della bellissima Phacelia tanacetifolia dal fiore blu, (appartenente alla famiglia delle boraginaceae, che al sud si può seminare anche in autunno) 300 g per 100 mq di terreno, la volta successiva su quella stessa  parcella proverei del grano saraceno, dell’avena o comunque una graminacea che riduce notevolmente la presenza delle infestanti. Se invece la tua parcella sarà libera in autunno puoi seminate la veccia (Vicia villosa) ottima leguminosa o la colza (Brassica napus) crucifera resistente al freddo che regala una biomassa consistente. Oppure puoi consociare anche due tipi di piante da sovescio (avena+veccia o avena +favino) a questo proposito ti segnalo questa tabella dei sovesci con le dosi di semina,  dove sono elencate diverse combinazioni. Le dosi qui sono elevate ma farai tu le dovute divisioni. Con l’alternanza delle varie piante da sovescio nel tempo apporterai al tuo terreno tutto quello che gli occorre.  Spero di esserti stata di aiuto. Fammi sapere…

Vivo ad Oristano e sono apicoltrice per passione. Le api mi fanno stare bene e mi prendo cura di loro come fossero delle figlie! La mia domanda è: cosa piantare per arricchire il terreno di azoto e avere un buon pascolo per le api? Grazie!

( Teresa – Oristano )

Risposta

Buongiorno Teresa, non so perché ma la tua mail mi è arrivata incompleta. Poco importa, credo di avere intuito comunque quello che tu volevi chiedermi. Se invece ho male interpretato qualcosa riscrivimi senza problemi.

Mi chiedi un pascolo per le tue api che però sia in grado di arricchire il terreno di azoto. Credo che non ci siano dubbi sulla scelta: sulla, trifoglio, erba medica, lupinella.

La sulla (Hedysarum coronarium), cresce spontanea in tutto il bacino del Mediterraneo, è un’ottima pianta per preparare il suolo alle colture orticole, essendo una leguminosa è in grado di fissare l’azoto nel terreno. La sua radice fittonante bonifica e stabilizza. E’ bella perché la sua fioritura rossa regala distese meravigliose. Le api vanno matte per lei e il miele di sulla è ottimo. Cosa chiedere di più? Resiste alla siccità, ma non ama le basse temperature, magari puoi seminarla a fine inverno. Devi inoltre accertarti che nei pressi siano presenti piante di sulla, perché se il tuo terreno non ha mai ospitato questa leguminosa potrebbe essere privo del rizobio specifico che garantisce alla pianta una crescita rigogliosa. Fai una piccola analisi del terreno e, se ce ne fosse bisogno, chiedi consiglio allo stesso laboratorio.

Altra leguminosa che fornisce un ottimo miele e fantastico pascolo per le api è il trifoglio (Trifolium). Ne esistono moltissime varietà, più di sessanta, e sicuramente puoi trovare quella più adatta al tuo suolo e al tuo clima. Forse le più usate sono l ‘Alexandrinum (bianco), l’Incarnatum (porpora) e il Pratense (violetto). Anche questa è una leguminosa, in grado di migliorare sensibilmente il suolo.

Anche l’erba medica (Medicago Sativa) può essere una valida alternativa. Regina delle leguminose, le sue radici vanno a scavare in profondità per cercare sali minerali di cui nutrirsi. E’ una pianta perenne e cresce praticamente in qualsiasi tipo di clima e terreno. Se prima veniva usata soprattutto come alimento per animali erbivori, ora c’è la tendenza ad usarla sempre più in cucina. Il miele di erba medica è piuttosto raro, ma forse per questo è più interessante!

Chiudo con la lupinella (Onobrychis viciifolia Scop.). Anch’essa leguminosa si adatta meglio dell’erba medica alle terre povere e ciottolose, anche se spesso viene coltivata insieme a quest’ultima. Come le altre contribuisce a migliorare il terreno, piace alle api e regala un buonissimo miele. Ho un ricordo bellissimo legato a questa pianta: mia madre con la falce in pugno chinata in mezzo ai campi fioriti di lupinella,  che ne faceva cesti per sfamare i conigli che allevava. Ero piccolissima ma ho conservato questa immagine nella memoria!

Spero di esserti stata di aiuto. Per me è stato un piacere risponderti perché le api mi affascinano e anzi mi hai dato un’idea per farne un prossimo post!

Sono un pensionato ortolano dilettante, amante della natura e della musica di un tempo. Siccome non da molto, coltivo un orto assegnatomi dal comune, ho visto che gli altri ortolani, miei vicini, praticano l’interro pressochè indiscriminato, dei prodotti di risulta delle coltivazioni (steli, foglie, ecc.) di tutte le colture. So che è una pratica non sempre corretta. Mi piacerebbe avere una buona conoscenza dell’argomento. Grazie

( Mario )

Risposta

Caro Mario, l’interramento indiscriminato dei residui dell’orto non è una pratica troppo corretta. Innanzitutto prima di interrare una qualsiasi parte della pianta dovremmo accertarsi che non abbia contratto malattie crittogamiche o parassitarie, perché in quel caso dovrà essere bruciata. Dopodiché dovremo chiederci se avrà la capacità di decomporsi in fretta: in presenza di poco ossigeno (sotto terra) il processo di decomposizione sarà lentissimo. Quindi se il terreno in cui operiamo è sabbioso, poroso e arieggiato, avremo una decomposizione più veloce, ma se al contrario il terreno del nostro orto sarà argilloso e compatto, la decomposizione sarà più lenta e potrebbero crearsi delle muffe. Gli interramenti vegetali servono non tanto ad arricchire il terreno, quanto a cambiargli la struttura.

La cosa migliore è sicuramente mettere i residui in una compostiera o altrimenti creare un cumulo su un lato dell’orto. Per fare il cumulo metteremo dei sassi sul fondo e poi alterneremo strati di residui vegetali a strati di terra, se poi a questi aggiungeremo del letame o della pollina, anche se in piccolissime quantità, (tanto per innescare le fermentazioni biologiche) otterremo un ottimo terricciato. Ricordiamoci che il cumulo dovrà essere ricoperto con della paglia e ogni tanto andrà disfatto per mischiare le varie parti tra loro. Durante questa operazione  dovremo avere cura di mettere i residui meno decomposti all’esterno.

Come regola di base il materiale organico va usato quando non è più riconoscibile nel suo aspetto iniziale, vale a dire quando, grazie al processo di decomposizione, è diventato quasi polvere.

Altra cosa è la pratica del sovescio, che si fa con piante specifiche, e di cui ti invito a leggere i post precedenti: Sovescio la concimazione verde e Sovescio quali piante utilizzare.

Spero di averti aiutato e ricorda: fai ascoltare la musica anche alle tue piante. Lo sai che nelle vigne mettono delle casse per trasmettere la musica classica, perché sembra che le viti ne traggano giovamento? Allora perché non provare anche con gli ortaggi?

Un grosso saluto e a presto

Ciao ho 37 ed è il primo anno che mi dedico all’orto… per ora ammiro i tanti pomodori verdi che promettono bene e insieme a mia moglie e ai nostri 2 figli (4 e 2 anni) passiamo delle belle giornate all’aria aperta…Non ho trovato nulla sul sovescio… hai in programma un post su questo interessante argomento? Grazie

(Walter)

Ciao Walter, ma sai che hai proprio ragione? Sul sovescio non avevo ancora scritto niente e siccome è una pratica molto, ma molto importante eccoti non uno, ma ben due articoli sull’argomento: Il sovescio, la concimazione verde che arricchisce l’orto e Le piante consigliate per un buon sovescio. Spero di avere soddisfatto la tua curiosità e se hai ancora qualche argomento da sottoporre scrivi! Per il momento un saluto a tutti gli ortisti, grandi e piccoli, della tua famiglia.

Se avete dei dubbi su quali piante adottare per il sovescio eccovi un piccolo elenco utile delle più indicate, ma sappiate che quasi tutte appartengono a tre famiglie ben conosciute nell’orto: le leguminose, le crucifere e le graminacee.

Le leguminose arricchiscono il terreno di azoto, il più strategico tra gli elementi nutritivi del nostro orto, e si adattano ai più diversi tipi di clima e di terreno. Tra le più importanti leguminose da sovescio ricordiamo: il favino (Vicia faba minor), il trifoglio incarnato, la veccia (Vicia villosa) che resiste anche a -12°, il pisello da foraggio (Pisum arvense o Pisum sativum), la lupinella, il lupino, la soia, il meliloto, più alcuni ortaggi come la lenticchia, il pisello, il fagiolo e la fava.

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Il sovescio o concimazione verde è una pratica preziosa per la fertilità del nostro orto perché è la più “facile e naturale”. E’ ampiamente utilizzata in agricoltura biologica, ma si adatta bene anche ai piccoli orti. Niente sacchi, né carretti, né secchi, si produce sul posto e funziona a meraviglia. Consiste nel coltivare determinate piante che invece di essere raccolte vengono interrate al momento del loro massimo sviluppo.

Il sovescio perché – E’ ottimo per arricchire il terreno di sostanza organica, per aumentare le riserve idriche dei terreni siccitosi, per migliorare la struttura fisica del suolo, per proteggere gli strati superficiali dal dilavamento e dall’erosione e, se effettuato con leguminose, apporta una buona quantità di azoto.

Il sovescio quando – Si pratica nell’orto dopo il raccolto di una coltura principale, quando il terreno appare sfruttato e stanco, o prima di una nuova semina, proprio allo scopo di arricchire il suolo. Molti lo utilizzano una volta l’anno come concimazione verde, oppure per rivitalizzare un terreno incolto da destinare ad orto, restituendo fertilità allo spazio da coltivare.

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