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Da oltre un anno sono pensionato e quasi in concomitanza sono andato a vivere in una casa circondata da alcune piante di ulivo e dove ho creato un piccolo orto. Devo riconoscere che il contatto con la terra cambia la qualità di vita, ma è anche vero che la cura che ti chiede è un impegno serio e solo con la passione non avverti l’affaticamento. Ovviamente questo commento viene da chi prima si occupava di altro. Un detto delle mie parti recita: l’ortu vo (vuole) l’omu mortu; nel senso che devi dedicargli molto tempo.

Volevo sapere da voi se la semina e le altre attività dell’orto devono tener conto delle fasi lunari come sostengono i contadini anziani.

( Giancarlo )

Risposta

Ciao Giancarlo, sulla luna i pareri sono molti e controversi. Ci sono gli scettici che non credono minimamente all’influenza della luna e non sanno neppure cosa sia un calendario lunare e quelli che senza sapere in quale fase sia la luna non si tagliano neppure i capelli.

Per quanto mi riguarda credo che la luna influenzi la vita della terra e dell’uomo (le maree ne sono la dimostrazione) e quindi anche quella delle piante. Sono cresciuta con Frate Indovino appeso alla parete e con mia nonna (prima) e mia madre (dopo) che lo consultavano continuamente ed io non posso certo rompere una tradizione atavica!

Quando mi è possibile controllo la luna per seminare, trapiantare, tagliare il prato, etc, ma ogni tanto per fare conciliare il tempo che ho a disposizione, con il tempo meteorologico o con altre questioni pratiche, mi succede di mancare per un giorno la giusta congiuntura astrale e, pur dispiacendomene, la notte dormo lo stesso.

Non nego che sono molto affascinata dalle teorie della ricercatrice Maria Thun, per cui la luna nel suo percorso attraverso le dodici costellazioni dello zodiaco influenza a turno le varie parti della pianta: radici, foglie, stelo, frutto e fiore e che per questo sarebbe necessario guardare oltre alla luna anche ai trigoni zodiacali, ma personalmente fino adesso non ho avuto la pazienza e il tempo di approfondire l’argomento.

Quindi pur credendo fermamente che la luna governi la vita delle piante, assieme al sole, alla pioggia, al vento, al gelo, alla terra, etc. mi limito a controllare le fasi lunari, ma sono lontana dal fare la carta del cielo per piantare un ravanello.

Claudio è uno che ama l’orto e ha voglia di condividere con gli altri le proprie esperienze. Questa volta ha spedito ad InOrto questo consiglio che riguarda, come la chiama lui, la ‘semina in cattività’ per facilitare la vita di coloro che hanno difficoltà a fare spuntare qualche germoglio…

La semina in cattività è una tecnica che ho sperimentato qualche anno fa a causa dei numerosi fallimenti ottenuti nel piantare semi, di qualsiasi natura, direttamente in terra. L’idea mi è stata suggerita dai ricordi della mia infanzia, quando la mia maestra mi faceva vedere come da una lenticchia o un fagiolo, potesse nascere una radice.

Applicando questa tecnica avrete garantito non solo una selezione di semi sani, ma anche la sicurezza della loro trasformazione in terra. Quello che vi serve sono delle vaschette di alluminio da cucina e dell’ovatta. Nel periodo della semina adagiate il primo strato di ovatta sul fondo della vaschetta e bagnatelo con acqua (non deve essere gocciante) dopodiché distribuite i semi in modo ordinato. Fatto questo coprite i semi con un altro strato di ovatta precedentemente bagnato allo stesso modo del primo e ponete la vaschetta in un luogo caldo e luminoso. Ricordate di annaffiare al momento del bisogno. Dopo qualche giorno i semi cominceranno a produrre i loro simpatici “ciccetti” ed è proprio in quel momento che dovrete toglierli con cura dall’ovatta e porli in terra, ovviamente ricoperti, a distanza tra di loro a secondo del tipo di pianta che avrete scelto.

( Claudio )

Avete liberato l’orto e il balcone dalle colture estive: via i pomodori, via i fagioli, via le zucchine! Finalmente un po’ di spazio…ma come riempirlo? Guardiamo quali sono gli ortaggi da seminare o trapiantare in autunno per dare nuova vita al nostro orto.

E’ vero che stiamo andando incontro al freddo, ma ci sono molte varietà di cavoli, verze e cicorie che non temono le basse temperature, potrebbe essere il momento adatto per  acquistare delle piccole piantine già sviluppate da mettere subito a dimora. Alcune varietà di cicoria sono precoci (Orchidea Rossa precocissima, Variegata di Chioggia precoce, Rossa di Verona…) e altre tardive (Capotta, Bianca Invernale…) scegliamo quella più adatta alle nostre esigenze e al clima dove viviamo.

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Volete una cipolla che non soffra il freddo e facile facile da coltivare? La cipolla egiziana (Allium cepa var. viviparum proliferum) fa al caso vostro. La cipolla egiziana, detta anche cipolla albero o cipolla che cammina, è una cipolla insolita e ‘curiosa’, perché produce al posto del fiore una corona di piccoli bulbilli, perfettamente formati, in pratica delle cipolle in miniatura.

Era una rarità nell’orto dei contadini di una volta, ma lo è anche oggi: la sua diffusione è alquanto limitata. Eppure ha tutte le caratteristiche per piacere perché la sua coltivazione non ha nessun tipo di difficoltà: basta staccare i bulbilli dalla pianta madre ed interrarli, può trascorrere l’inverno in pieno campo perché non teme il gelo ed è resistente a molte malattie. E’ possibile effettuare la semina sia in primavera che in autunno.

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Sono un pensionato senza pensione, da poco più di due anni ho acquisito la possibilita’ di coltivare circa 800 mq di terreno in periferia di Palermo e ho iniziato a coltivare degli ortaggi. Vorrei utlilizzare i sementi in busta, ma molto spesso non trovo corrispondenza tra le date di semina consigliate sulla confezione e le date che i vari ortolani mi suggeriscono. A loro dire non corrispondono per la differente situazione climatica della nostra zona. In linea di massima hanno ragione ma come posso fare per orientarmi?

Grazie per la risposta.

(Giuseppe -Palermo)

Caro Giuseppe, quello che ti dicono i tuoi amici ortolani è vero: il clima siciliano consente di anticipare le semine anche di un mese, oltre che a permetterti di coltivare anche in inverno ortaggi che in Pianura Padana si sognano! Quindi felice te, anticipa le semine secondo i consigli degli amici più esperti e comunque se hai qualche dubbio scrivici. Ciao!

Posso consigliarvi una semina veloce e senza difficoltà per il vostro orto in vaso? Lo spinacio. Si semina oggi e si raccoglie dopo circa 4 settimane, è ricco di vitamina  A B e C, è buono cotto, ma è ottimo anche crudo in insalata.

Lo spinacio richiede poche cure e si ammala raramente. Le uniche due accortezze che dobbiamo riservargli per avere un buon raccolto sono:

1. evitare di coltivarlo in zone troppo umide o chiuse, per scongiurare il pericolo di malattie fungine;

2.  evitare di seminarlo nei mesi più caldi, perché altrimenti tende a crescere in fretta e a fiorire.  Lo spinacio ama il clima fresco e in estate è meglio dedicargli le zone ombreggiate.

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Oggi peperoncino (Capsicum annuum)! Non si può resistere a lungo al fascino del peperoncino: per un po’ ho pensato di non parlarne perché coltivarlo è facile e non sono necessarie troppe indicazioni, ma poi vedendo tutti i giorni i miei occhieggiare tra il verde del terrazzo con il loro rosso spavaldo, mi sono decisa. Quindi ecco per voi alcuni suggerimenti su come seminarlo, trapiantarlo, annaffiarlo e raccoglierlo.

Esigenze climatiche – Nei climi miti possiamo considerare il peperoncino una pianta perenne, ma dove il termometro scende sotto gli 8°, a meno di non ritirarlo dentro casa o in una serra durante l’inverno, dovremo coltivarlo come un annuale e riseminarlo ogni anno. Provate in ogni caso a pacciamare bene il terreno durante i mesi più freddi e magari a primavera può farvi la sorpresa di rispuntare. Non si sa mai: a me è successo più volte!

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Sono mamma di un bimbo di 4 anni, sono una patita di giardinaggio e da un anno ho iniziato a dedicarmi all’orto di casa dove ho piantato le patate in vaso con discreta soddisfazione. Abito a Brindisi dove il clima è mite, tanto che ho potuto seminare le patate a novembre e raccoglierle in gennaio.

Lo scorso anno, il primo anno di scuola materna del piccolo Alessandro, ho proposto di piantare in classe dei bulbi, ma l’esperimento non é riuscito perfettamente. Vasi troppo piccoli tenuti in classe anche durante le vacanze natalizie con la scuola chiusa e buia.

Quest’anno vorrei provare a piantare delle patate. Come tempistica pensavo di piantarle a ottobre e raccoglierle a Natale. Magari finendo il progetto con un pranzo a base di patate. E’ corretto come tempo di coltura di 60 giorni? E piantare in ottobre puo’ ridurre i risultati? Pensavo di piantarle in secchi grandi o in grandi contenitori di legno da tenere su un pianerottolo all’esterno. Mi date qualche consiglio? Grazie

(Franca – Brindisi )

Risposta

Ciao Franca, l’idea delle patate mi sembra molto bella e appropriata, non so tuttavia quanto possa essere praticabile: non ho mai piantato le patate ad ottobre, e se è per questo neanche a novembre (le novelle si seminano a partire da febbraio e si può proseguire con le altre fino a maggio), per cui se tu ci sei riuscita lo scorso anno puoi provare a ripetere l’esperimento anche quest’anno, se pure anticipando di un mese. Dalla semina alla raccolta 60 giorni mi sembrano un po’ pochi, direi che dovresti considerarne circa 90, anche se molto dipende dalla varietà e dal clima.

L’unico consiglio che mi sento di darti è di usare patate pregermogliate, così potrai ridurre i tempi (ciclo vegetativo più breve e tempi di raccolta più precoci) ed essere certa di raggiungere buoni risultati. Un mese prima della semina poni le patate prescelte in un posto luminoso e  a temperature superiori ai 10°. I contenitori a cui hai pensato sono perfetti!

Mi piacerebbe conoscere i risultati del tuo esperimento: se ti è possibile mandaci notizie!

Sarà che come giro gli occhi vedo un girasole (dalle mie parti i campi ne sono pieni), ma mi è venuta voglia di fare un post su questo fiore simbolo dell’estate e di allegria.

Il girasole (Helianthus annuus) è una pianta annuale, il che vuole dire che ogni anno andrà seminata, appartiene alla famiglia delle Asteraceae, cresce in fretta ed è facile.

Dove si coltiva – Il girasole, manco a dirlo, ama le posizioni soleggiate e i terreni ben drenati.

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La vermiculite a vederla sembra una magica polverina dorata, ma nella cruda realtà è un ritentore idrico biologico. Un po’ magica lo è, perché trattiene l’acqua delle annaffiature per poi rilasciarla lentamente. Per questo è di grande aiuto nella coltivazione delle piante, soprattutto nel momento della semina.

Come si usa? Va distribuita sopra il terriccio dei semenzai per inibire l’evaporazione dell’acqua e ritardare il prosciugamento del terriccio. Facilita l’isolamento termico e riduce la  necessità di annaffiature frequenti.

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