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Salve,
vivo a Firenze ma sono di origine calabra e ancora ho un po’ di anni da lavorare ma ho un sogno, vorrei coltivare lavanda.
Ho un pezzo di terra di 2000 mq circa a 800 metri s.l.m. in Calabria.
È possibile avviare la coltivazione, e se sì che tipo di impegno e di rendimento mi posso aspettare?
Grazie,
(Brunella – Firenze)

Risposta

Ciao Brunella,
ci piace la tua strategia di coccolare i sogni in attesa che si possono realizzare veramente, anche questo significa “preparare il terreno”.
La lavanda è una pianta rustica e spontanea in Italia, anche in zone montane, quindi, terreno permettendo -cioè se non troppo argilloso – la pianta dovrebbe svilupparsi bene e produrre fiori che sono il prodotto principale della coltivazione.
Per capire realmente sia l’impegno e il rendimento economici d’impresa però ti suggerisco di far valutare il tutto da un agronomo di fiducia che avrà bisogno di reperire tutti i dati di campagna e di vendita sul mercato del prodotto finale, direttamente in Calabria dove hai la terra.
Salute e buon orto.

Ciao,
vivo in collina, in un’antica casa colonica restaurata che si affaccia su una valle e su di un laghetto; tutta la zona è un parco naturale e quindi molto verde…amo moltissimo questo posto dove coltiviamo anhe un piccolo uliveto.
Di solito durante l’inverno copro il mio limone con tessuto non tessuto e la pianta ovviamente va a riposo.
Quest’anno, poichè la pianta è piena di fiori, ho voluto portarla in casa e l’ho messa nel portico che è chiuso con grandi vetrate, se arriva il sole, chiudo la tenda per ripararla, come faccio con le orchidee che, nello stesso luogo, hanno sempre fiorito tutto l’inverno?
Durante la stagione fredda la stanza è riscaldata con una stufa e di giorno la temperatura sale a circa 23/24 gradi C° per scendere a 18 C° di notte.
Con questo ottobre mite, non abbiamo ancora acceso il riscaldamento ma ho notato che la pianta perde qualche foglia (leggermente ingiallita), è normale….Da notare che l’abbondante fioritura al momento sembra tenere.
Grazie.
(Marilena)

Risposta

Ciao Marilena,
grazie per la descrizione del posto in cui vivi, che pare essere davvero un paradiso!
Ho capito bene qual’è il tuo problema e cioè le temperature troppo alte – specialmente nelle giornate di sole – anche in inverno, che si raggiungono dentro la loggia, riscaldata anche da una stufa.
A mio parere però potresti compensare il sole che entra aprendo le finestre o la porta della loggia anche per permettere il cambio d’aria nell’ambiente; oppure limitare l’uso della stufa per il riscaldamento interno.
Comunque nel caso che tu debba tirare le tende per oscurare l’ambiente, ti suggerisco di farlo solo nelle ore centrali della giornata e sono convinto che non avrai perdite nella fioritura delle orchidee.
La perdita di alcune foglie ingiallite è un normale adattamento della pianta all’ambiente nuovo – chiuso – rispetto a quello aperto di prima, l’aria per le piante è importante.
Vedrai che sarà una bella convivenza fra limoni e orchidee, specialmente se in quella bella serra non ti scorderai di irrigare a dovere.
Salute e buon orto

Salve,
il Kiwi cresce per talea?
Grazie.
(Giovanni)

Ciao Giovanni,
si, la riproduzione per talea legnosa è la principale modalità utilizzata per la pianta di kiwi.
Salute e buon orto.

Salve,
mi chiamo Giovanni, sono un aspirante agricolo, mi sto cimentando a fare l’orto. Vorrei saper qualche suggerimento su come concimare e trattare gli ortaggi.
Riguardo ai trattamenti biologici, e cioè spruzzare le piante di pomodori, melanzane, fagiolini, peperoni e zucchine con infusione di ortica e di aglio…faccio bene, anche se sono in fioritura e con il frutto?
ringrazio e resto in attesa.
(Giovanni)

Ciao Giovanni,
che soddisfazione sentire la tua storia, che ti piace la natura e che coltivi l’orto!
Utilizzare i prodotti fitoterapici biologici per prevenire le malattie sulle piante da orto è certamente una pratica raccomandabile, ma, eviterei di trattare le piante direttamente sui fiori aperti…visto che quella fase riproduttiva è particolarmente delicata; certo è che lo puoi fare sui frutti.
Salute e buon orto.

Sono un ragazzo con la passione per l’agricoltura.
Possiedo circa 1 ettaro di terreno in pianura padana (Reggio Emilia).
Stavo pensando a qualche coltura più redditizia rispetto al solito frumento e mais, che ne dici di aglio e/o cipolle?
Magari alternarle in inverno con le crucifere.
Mi potete dare qualche consiglio? Magari anche qualche consorzio a cui fare riferimento.
Grazie, cordiali saluti.
(Daniele – Reggio Emilia)

Risposta

Ciao Daniele,
grazie per comunicarci la tua passione per l’agricoltura…che la passione è sempre contagiosa!
Cero che fai bene a pensare ad alternative colturali sul tuo campo, anche perchè un ettaro per mais e frumento è una superficie piccola, invece pensando alle cipolle, o agli, puoi spunatre sicuramente maggiori guadagni.
Una tipica verietà di cipolla Emiliana e quella che va sotto il nome di Cipolla di Medicina – dai un occhio al sito che trovi nel link.
Riguardo ad un consorzio agricolo emiliano che produce e commercia cipolle, consulta pure il link al sito che trovi qua; altro consiglio che ti do è di affidarti nel tuo viaggio alla consulenza delle associazioni di categoria della tua zona, per avere consigli freschi e specifici per la tua attività nella tua regione.
Tienici aggiornati!
Salute e buon orto.

Buonasera, sono un’infermiera in pensione e mi diverto molto a coltivare l’orto
Vorrei sapere per favore se è possibile coltivare le lenticchie in Piemonte e se si possono piantare le lenticchie che si comprano al supermercato oppure bisogna trovare apposite lenticchie da semina?
Grazie per la Vostra risposta.
(LinaCristina – Piemonte)

Risposta

Ciao Lina,
la coltivazione delle lenticchie è tipica del centro sud, ma è vero che al di la della latitudine dipende molto anche dall’esposizione del tereno e dal tipo di suolo che hai a disposizione nel tuo orto.
Ti direi comunque di provare, magari scegliendo esposizioni soleggiate e non concimando la terra, visto che le lenticchie sono leguminose, non ne hanno bisogno.
Per reperire il seme di partenza sarebbe meglio prendere quello destinato alla semina ma, difficile trovarlo in commercio e quindi dovrai affidarti al seme magari biologico destinato all’alimentazione.
Salute e buon orto.

Ciao,
siamo una giovane coppia, abbiamo mezzo ettaro di terreno dove volevamo coltivare lavanda, ma essendo in una zona particolare volevamo avere qualche consiglio, ci troviamo in Oltrepo’ Pavese.
Grazie per l’aiuto.
(Carolina – OltrePo’Pavese – Lombardia)

Risposta

Ciao Carolina,
la lavanda è pianta sostanzialmente rustica e frugale, richiede sicuramente però terreni drenanti e anche poveri di sostanza organica, concime cioè; riguardo alle esposizioni invece bisogna che siano decisamente soleggiate.
Immagino che la coltivazione sia stata programmata per motivi professionali e a scopo redditizio, per produrre un certo prodotto specifico, immagino l’essenza di lavanda. Per questo motivo è necessario che tu faccia fare delle analisi agronomiche specifiche del terreno, come esposizione, analisi del suolo ecc ecc. di modo che tu abbia dati certi e sicuri, prima di iniziare qualsiasi tipo di coltivazione.
Salute e buon orto.

Sono Biagio,
vivo a Roma ma nato in Australia, ho lavorato per la Land Rover Italia per oltre 30 anni e da poco sono pensionato.
Ho preso, da poco, un orto urbano di 50 mq ed avrei bisogno di quanche consiglio con riferimento al compost.
Da quanche giorno il C.D.A. ha deciso di vietare di buttare i rifiuti dell’orto, nella compstiera unica in quanto di difficile manutenzione.
Dato che è proibito smaltire grande quantità di rifiuti biologici nei cassonetti condominiali, mi chiedevo se fosse possibile utililizzare i residui degli ortaggi coltivati (broccoli, pomodori, insalate, ecc) da utilizzare direttamente nel terreno come compost.
Grazie.
(Biagio – Roma)

Risposta

Ciao Biagio,
la soluzione migliore sarebbe quella di fare una mini compostiera direttamente nel tuo orto, se l’amministrazione te lo permette. Altrimenti, immettere direttamente nel terreno scarti vegetali freschi non ti permette di fare un buon lavoro, ne dal punto di vista della concimazione, perchè i residui organici devono prima trasformarsi in humus grazie a processi biochimici che si attivano solo quando tutti gli scarti sono riuniti nella compostiera, in determinate condizioni ambientali, di temperatura ed umidità, ne da un punto di vista pratico estetico in quanto i singoli residui di ortaggi rimarrebbero sparsi nella terra dell’orto, creando così anche ostacolo alle successive coltivazioni.
Quello che tu chiami sovescio – vedi l’articolo che trovi nel link – è una pratica d’interramento di piante specifiche coltivate direttamente nella terra dell’orto, messa a riposo e quindi in superfici di una certa dimensione, e che successivamente vengono mischiate nella terra tramite macchine agricole come ad esempio una fresa che sminuzzano al massimo il residuo vegetale ancora verde. La soluzione per il tuo orto di dimensioni contenute è di usare direttamente nella terra il terriccio e/o stallatico già maturo, pronto all’uso cioè.
Salute e buon orto.

Salve,
sono un insegnante presso l’istituto tecnico Zanon, di Udine, volevo chiedere se è lecito e legale usare il trattore
(rumore, fumi di scarico..) in centro abitato per coltivare un orto e usare erbicidi e solfato di rame e altre sostanze chimiche… sempre in un centro abitato.
Per le case e persone vicine c’è del pericolo? Ci sono delle precauzioni da prendere? a casa sua uno può fare quello che vuole?
grazie.
(Giuseppe – Udine)

Ciao Giuseppe,
per quanto riguarda l’utilizzo dei mezzi agricoli a motore non credo ci siano limitazioni, ma tutto dipende da quale sia il regolamento comunale della tua città, e per questo ti suggerisco di consultare il comando della polizia municipale.
Di sicuro puoi dare il ramato, ovviamente concentrando lo spruzzo sulle foglie e non disperdendo la soluzione altrove, il ramato è consentito – nelle giuste dosi – in agricoltura biologica. Per quanto riguarda gli erbicidi e altre sostanze chimiche più potenti e velenose invece sono certo che è fatto divieto l’uso in città…specialmente per il diserbante, anche per il rispetto degli altri ortisti a te vicini che vogliono coltivare Biologicamente.
Quindi onguno può fare come crede in casa propria fino a che non sfiora la libertà del prossimo.
Salute e buon orto.

Salve,
vivo a Roma, mio nonno aveva acquistato un terreno con un casale, ora fatiscente perchè per tanto tempo abbandonato,per motivo di conflitti ereditari tra parenti, ora ho deciso di prenderlo per affetto e riconoscenza nei confronti di mio nonno che ha fatto molti sacrifici per acquistarlo, a suotempo per sfamnare la sua famiglia allora numerosa, al giorno di oggi però mi piacerebbe farlo rivivere, magari trovare una maniera di sfruttarlo, per ricavarne un reddito?
Il terreno è ubicato vicino un torrente, il Salino, nelle Marche, precisamente nella contrada di Guerci – Penna San Giovanni MC. Il terreno è assolato e si trova ad una altitudine di 800 m.s.l.m. circa, la superficie è circa 3 ettari, leggermente in pendenza. Il mio pregtetto sarebbe: nel casale ospitare una famiglia che ha bisogno (etracomunitaria che magari supervisiona poi il terreno ed aiuta a rimetterlo in sesto) e poi nel terreno piantare alberi da legno pregiato, come noci ad esempio che non hanno bisogno di cure e manutenzione particolare e poi vendere legname (10 anni?) pioppi? un consiglio esistono finanziamenti e a chi posso rivolgermi?
Ringraziandovi anticipatamente, vi saluto cordialmente.
(Adriana – Roma)

Risposta

Ciao Adriana,
grazie per raccontarci dettagliatamente tutta la bella storia del tuo casale e terrano nelle Marche.
L’idea di dare in uso il casale in cambio di ospitalità potrebbe essere una buona formula di scambio con i futuri affittuari, ci viene spontaneo di suggerirti di regolamentare il tutto nel più formale dei modi, che tutto cioè si svolga all’insegna della chiarezza e della legalità, un vantaggio per entrambi.
Dal punto di vista agronomico ti dico che gli impianti di arboricoltura da legno pregiato – noci, frassini, ciliegi, ecc ecc – non hanno turni di taglio così brevi come intendi tu, cioè 10 anni, ma almeno 80, e comunque dipendenti dalla fertilità del terreno. A livello di finanziamenti invece sono sicuro che la comunità europea finanziava gli impianti di terreni in abbandono attraverso un preciso regolamento comunitario n°2080/1992. Per avere informazioni aggiornate sui finanziamenti europei ti suggerisco di contattare la Regione Marche – consulta pure il link al sito.
Salute e buon orto.

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