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Orto giugnoCi sono tre operazioni che non possiamo fare a meno di compiere nell’orto di giugno: sarchiare, rincalzare e pacciamare. Tre verbi che all’orecchio di una persona comune potrebbero risultare incomprensibili, ma che ogni orticoltore dovrebbe conoscere e compiere con facilità. Sono parole antiche che i contadini di una volta usavano frequentemente: mia madre le pronunciava spesso quando si preparava ad andare nel campo, ma ancora oggi risultano utili e attuali. Finalmente c’è qualcosa che non passa di moda!

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Salve,
ho seminato delle piantine di porri, dopo una settimana che sono spuntate, erano il mio orgoglio – questo succedeva ai primi di settembre – dopo una quindicina di giorni si sono afflosciate, ed ho perso tutto il raccolto, premetto che non ho abbondato con l’acqua.
Cosa può essere successo?
Grazie
(Mike)

Salve Mike,
la semina dei porri,  per la coltivazione diretta in pieno campo, è una pratica non molto usuale, per tanti motivi: Patologie su terreni troppo compatti, come funghi, controllo delle infestanti ecc in sostanza più difficile rispetto alla coltivazione tramite trapianto di giovani piantine.
Il trapianto delle piantine, che si fa direttamente in pieno campo, viene fatta nei mesi estivi, da giugno a settembre, variabile in base alla latitudine considerata.
E’ probabile che le tue piantine nate da seme siano state attaccate da Fusarium culmorum, un patogeno fungino che prende il colletto delle giovani piante di porro. Mi permetto di suggerirti, per il prossimo anno, di sperimentare la coltura tramite trapianto, una via più sicura.
Buon orto!

Immagine 6E’ tempo di semina non solo di ortaggi, ma anche di fiori! E io adoro i fiori: mi piace l’orto, ma anche il giardino… Quindi concedetemi ogni tanto qualche divagazione, soprattutto se queste divagazioni sono utili al nostro orto, come il tagete.

Questo fiorellino dai colori sgargianti (anche fin troppo vivaci secondo i gusti di alcuni) non solo porteranno dei lampi di luce gialla e arancio all’interno del nostro orto, ma soprattutto, grazie al loro profumo non sempre gradevole, terranno lontano alcuni parassiti dalle nostre piante. E non è finita qui! Perché le radici del tagete rilasciano nel terreno delle sostanze che in qualche modo ‘puliscono’ il suolo da vermicelli e parassiti nocivi.

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Ho ancora vivo il ricordo delle scarole cinte da una sottile cintura di salice. Lo faceva una contadina che viveva nella colonica in fondo alla mia strada di bambina per  ‘imbianchire’ le sue verdure, peraltro molto richieste dalle massaie del paese che frequentavano la sua aia. L’imbianchimento ha il compito di impedire ai raggi solari di raggiungere il cuore della pianta, per evitare la produzione di clorofilla e rendere gli ortaggi più chiari in alcune parti. Questa operazione rende più teneri e croccanti alcuni vegetali come indivia riccia, scarola, porro, finocchio, sedano  e cardi.

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