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L’inverno ci obbliga al riposo. Dopo che abbiamo ripulito gli attrezzi, riordinato i vasi, spazzate via le foglie, qualsiasi altro lavoro andrà molto probabilmente rimandato a febbraio. Però niente ci vieta di organizzare le nuove semine. Finalmente avremo un po’ di tempo per progettare con calma il nostro orto in balcone. E se avete ancora qualche dubbio, su quali siano gli ortaggi più indicati per il vaso, cerchiamo di risolverlo.

Tanto per iniziare quando scegliamo le varietà prestiamo attenzione a quelle il cui nome contiene l’aggettivo nano, baby, ecc. ed in ogni caso cerchiamo sempre, prima di comprare semi o piantine, di capirne le dimensioni.

A come Aglio – I bulbilli si piantano in marzo direttamente nel vaso. In uno largo 30 cm. ce ne possono stare circa nove. L’aglio bianco resiste meglio al freddo ed ha un sapore più forte, quello rosa ha un sapore più delicato, ma è più sensibile all’umidità e ama temperature più elevate.

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Luna crescente gobba a ponente (ovest), luna calante gobba a levante(est)“. E già questo è un punto di partenza per imparare a riconoscere la varie fasi lunari guardando il cielo. Ma se siamo convinti che la luna possa aiutare le nostre verdure a crescere meglio o che, al contrario, possa influire negativamente sulla loro produzione, il proverbio può non essere sufficiente, dunque meglio approfondire questo aspetto.
Il calendario lunare divide il mese, che è di 28 giorni (dalla luna nuova alla luna piena e poi dalla luna piena alla luna nuova), in quarti. Per capire quando è il momento migliore per seminare occorre fare attenzione a questi quarti.
Cerchiamo allora di capire come funzionano.

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La rincalzatura è una pratica molto utile nell’orto, sia in estate che in inverno. Consiste nell’ammucchiare della terra attorno al piede delle piante. Nel rincalzare dobbiamo fare attenzione a non sotterrare le foglie, a meno che il motivo per cui la pratichiamo non sia l’imbianchimento.
Il consiglio è fare dei monticelli di terra, ben compressi e stabili, per evitare che franino con la prima pioggia o con la prima annaffiatura. Proprio per evitare che questo possa succedere, sarebbe utile bagnare prima il terreno per compattarlo, solo quel poco che sarà necessario a renderlo umido.

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Sono un pensionato ortolano dilettante, amante della natura e della musica di un tempo. Siccome non da molto, coltivo un orto assegnatomi dal comune, ho visto che gli altri ortolani, miei vicini, praticano l’interro pressochè indiscriminato, dei prodotti di risulta delle coltivazioni (steli, foglie, ecc.) di tutte le colture. So che è una pratica non sempre corretta. Mi piacerebbe avere una buona conoscenza dell’argomento. Grazie

( Mario )

Risposta

Caro Mario, l’interramento indiscriminato dei residui dell’orto non è una pratica troppo corretta. Innanzitutto prima di interrare una qualsiasi parte della pianta dovremmo accertarsi che non abbia contratto malattie crittogamiche o parassitarie, perché in quel caso dovrà essere bruciata. Dopodiché dovremo chiederci se avrà la capacità di decomporsi in fretta: in presenza di poco ossigeno (sotto terra) il processo di decomposizione sarà lentissimo. Quindi se il terreno in cui operiamo è sabbioso, poroso e arieggiato, avremo una decomposizione più veloce, ma se al contrario il terreno del nostro orto sarà argilloso e compatto, la decomposizione sarà più lenta e potrebbero crearsi delle muffe. Gli interramenti vegetali servono non tanto ad arricchire il terreno, quanto a cambiargli la struttura.

La cosa migliore è sicuramente mettere i residui in una compostiera o altrimenti creare un cumulo su un lato dell’orto. Per fare il cumulo metteremo dei sassi sul fondo e poi alterneremo strati di residui vegetali a strati di terra, se poi a questi aggiungeremo del letame o della pollina, anche se in piccolissime quantità, (tanto per innescare le fermentazioni biologiche) otterremo un ottimo terricciato. Ricordiamoci che il cumulo dovrà essere ricoperto con della paglia e ogni tanto andrà disfatto per mischiare le varie parti tra loro. Durante questa operazione  dovremo avere cura di mettere i residui meno decomposti all’esterno.

Come regola di base il materiale organico va usato quando non è più riconoscibile nel suo aspetto iniziale, vale a dire quando, grazie al processo di decomposizione, è diventato quasi polvere.

Altra cosa è la pratica del sovescio, che si fa con piante specifiche, e di cui ti invito a leggere i post precedenti: Sovescio la concimazione verde e Sovescio quali piante utilizzare.

Spero di averti aiutato e ricorda: fai ascoltare la musica anche alle tue piante. Lo sai che nelle vigne mettono delle casse per trasmettere la musica classica, perché sembra che le viti ne traggano giovamento? Allora perché non provare anche con gli ortaggi?

Un grosso saluto e a presto

La prima cosa che vorrei consigliarvi è un po’ di riposo. L’anno è stato lungo e adesso possiamo anche starcene al calduccio a pensare all’orto e al giardino che verrà.

Però se proprio non riuscite a stare fuori dall’orto e lontano dalle vostre piante,  guardiamo cosa altro può essere rimasto incompiuto.

 

Nel frutteto – Raccogliamo cachi e kiwi e mettiamoli in un luogo fresco e asciutto per farli maturare e poterli consumare comodamente nei prossimi mesi. Facciamo dei trattamenti preventivi agli alberi da frutto con la poltiglia bordolese per tenere lontane le malattie fungine. Se il terreno non è intriso di acqua o gelato possiamo spostare gli alberelli da frutto o gli arbusti a cui avevamo pensato di cambiare posto. Usiamo la cenere di legna come fertilizzante.

 

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Le foglie sono cadute ed è arrivato il momento di dare la poltiglia bordolese ai nostri alberi da frutto per preservarli dalle malattie crittogamiche (funghi). Vogliamo allora capire una volta per tutte che cos’ è la poltiglia bordolese e come va usata?

Se abbiamo già parlato di quanto siano importanti le rotazioni, ovvero variare nel corso degli anni le colture sullo stesso appezzamento di terreno, adesso è arrivato il momento di affrontare l’importanza delle consociazioni.

La compagnia tra gli ortaggi è determinante per la salute dell’orto. Una pianta può aiutare l’altra e viceversa. Grazie alle particolari sostanze prodotte da ciascuna pianta, alcune specie vegetali possono stimolare o inibire la crescita di quella accanto. O addirittura contribuire a scacciare parassiti oppure ad attirare insetti utili.

Per esempio tutte le liliacee (aglio, cipolla, porro, ecc.) hanno un effetto repellente contro gli acari e gli afidi, non a caso spesso si usano in giardino vicino alle rose.

Ma vediamo di fare un piccolo elenco di quali sono le piante in grado di allontanare alcuni insetti dannosi da altre piante.

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Anche gli spazi piccoli hanno i loro piaceri e i loro doveri. E anche se spesso i lavori ‘dell’orto in giardino’ coincidono con quelli ‘dell’orto in  balcone’, ci sono accorgimenti specifici che vale la pena considerare. Allora eccovi un piccolo promemoria per il vostro balcone autunnale, prima che l’inverno decida di rinchiuderci in casa e ci costringa a spiare il nostro terrazzo dal vetro appannato.

– Spazzare via tutte le foglie e i rami spezzati e usiamoli per fare del compost. Pensate che anche sul mio minuscolo terrazzo cittadino sono riuscita a riempire due sacchi!

–  Coprire la parte aerea delle piante più delicate con del tessuto non tessuto, cercando di fermare bene i lembi, altrimenti al primo alito di vento tutto volerà via. Coprire le radici delle aromatiche, degli agrumi e delle piante che non sopportano il gelo invernale con della paglia, con delle foglie miste a terra, con dei gusci di nocciole o con uno strato di corteccia, insomma con ciò che vi piace di più, ma il consiglio è proteggere se  vogliamo evitare perdite.

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Come consuetudine iniziamo il mese con l’elenco dei piccoli lavori dell’orto. Può sembrare noioso, ma utile. E’ come quando andavamo a scuola che sapevamo già la lezione, ma ripassarla ci aiutava a tenerla a mente e a non dimenticare dettagli importanti.

Ecco allora un piccolo ripasso per l’orto di novembre.

-Preparare il terreno per gli impianti primaverili ma solo se il suolo è ben asciutto.

-Pulire le aiuole dalle colture ultimate, vangare o zappare se necessario e somministrare sostanza organica al terreno.

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L’orto del carcere femminile sull’isola della Giudecca a Venezia è un orto molto, molto speciale, sia per ubicazione che per finalità.

Se guardiamo al suo passato scopriamo che molti anni fa alla Giudecca c’era un convento di monache, con una vasta zona destinata ad orto e giardino, solo in un secondo tempo l’edificio venne convertito a carcere e lo spazio verde fu abbandonato.

Nel 1995 iniziò poi l’opera di ripristino da parte della cooperativa Rio Terà dei Pensieri, che ancora oggi organizza attività lavorative e formazione professionale all’interno delle case di detenzione. “I primi tempi sono stati impiegati a ripulire e a riordinare il terreno, poi finalmente ci siamo potuti dedicare alla creazione dell’orto vero e proprio, seguendo i criteri dell’agricoltura naturale e ottenendo nel 2007 la certificazione biologica” racconta con soddisfazione Liri Longo, presidente della cooperativa.

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