Articoli

Buongiorno,
ho 26 anni e sono di Saronno ho un’attività che si occupa di impiantistica.
Mia madre ha ereditato un fazzoletto di terra di superficie, 2000mq, a Solaro, in provincia di Milano, il terreno è fortemente argilloso, volevo sapere se ci fosse un modo per tranne del ricavo economico.
Grazie.
(Alex – Saronno – Lombardia)

Risposta

Ciao Alex,
ereditare della terra, anche se argillosa, è sempre una cosa interessante.
Non so a che tipo di ricavi tu aspiravi ma, comunque, a nostro giudizio una delle migliori destinazioni di codesto terreno potrebbe essere quella dell’orto-frutteto familiare, ovvero destinare tutta la superficie alla coltivazione di frutta e verdura per voi, altrimenti potresti pensare di avviare anche una monocoltura di un ortaggio tipico del Varesotto, quale l’Asparago Bianco di Cantello…ovviamente il terreno argilloso andrà lavorato molto bene e reso più soffice per la coltivazione del suscritto ortaggio. Le idee che ti forniamo vanno sempre confrontate con la realtà del luogo, sia dal punto di vista agronomico della terra che dal punto di vista del mercato con il quale dovrai confrontarti per vendere il prodotto, in questo caso l’asparago – consulta il likn.
Salute e buon orto.

Castel RuggeroSe c’è un luogo che interpreta appieno la bellezza della parola ‘biodiversità’, quel luogo è l’orto-giardino di Castel Ruggero, sulle morbide colline di Bagno a Ripoli. Là le moltitudini orticole si mixano a quelle floreali, in un tripudio di colori, di profumi e di sapori.

Un ettaro di biodiversità gestito dalla famiglia D’Afflitto, geneticamente portati a prendersi cura della terra.

 

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TRancio del sovescioSpesso quando si pronuncia la parola biodinamico, sia che ci si riferisca ad un vino o ad un qualsiasi altro prodotto dell’orto e della terra, partono i sorrisetti, le alzate di sopracciglia, i ‘ma’ dubitativi. C’è veramente ancora molto scetticismo intorno a questa parola che pure sta riscuotendo enormi successi e risultati, soprattutto in campo vinicolo.

Ebbene io sono dalla loro parte. Dalla parte di chi fa qualcosa per spingere il mondo nella giusta direzione, iniziando a coltivare la terra amandola e rispettandola. E attenzione non sono solo parole vuote, perché nell’ambito biodinamico operano un numero sempre maggiore di aziende, che vogliono, come è giusto che sia, trarre profitto dalla loro attività. Generalmente sono aziende chiuse indipendenti da apporti esterni.

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Orto Leo 1Ormai siamo tutti d’accordo sul fatto che gli orti scolastici siano un’occasione di crescita e apprendimento formidabile, tanto è vero che sono moltissime le scuole che ne hanno uno o quelle che progettano di averlo. Ma come vivono i bambini questa esperienza? E’ davvero divertente e appagante? Oppure è noiosa e passa senza lasciare traccia? Ecco cosa ne pensa Leonardo…

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CetrioloHo cercato e ricercato su InOrto un post sul cetriolo e non l’ho trovato! E mi sono chiesta come sia possibile, quindi con l’intento di porre subito rimedio a questa nostra mancanza, ecco tutto o quasi tutto, quello che occorre sapere per coltivare il cetriolo nell’orto.

Il cetriolo, cucumis sativum, appartiene alla famiglia delle cucurbitacee, come zucca, melone e anguria, e forse a causa delle sue origini sub-tropicali, soffre il freddo e richiede temperature elevate: mai sotto i 10° e comunque meglio se superiori ai 20°. Il cetriolo è ampiamente diffuso sia in Italia, dove in cucina risente molto delle varie tradizioni locali, che in Europa, dove già all’inizio del secolo scorso, considerandolo ortaggio prelibato, veniva coltivato in specifiche serre pur di farlo sopravvivere e poterlo mettere in tavola.

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Salve,
Ho 65 anni, e vivo attualmente a Capo Miseno (NA), in una casa antica,con Lory e Todek, nostro figlio.
Assieme stiamo imparando a crescere l’orto sinergico, siamo soci di corto circuito flegreo, un’associazione della filiera corta come consumattori.
Ho viaggiato molto nella vita, contati 53 paesi di cui 25 africani dove sono nato e cresciuto da padre udinese e madre polacca che si sono trovati alla fine della guerra per loro vicende in Uganda, ed io nato in Tanzania.
Sono Ingenere Idraulico, ma mi occupo di altro, tra cui l’acqua.
Abbiamo 15 Kayak con cui Lory organizza escursioni con la sua “Culturavventura”
A proposito di Topinambur, li ho piantaitati nel 2014 in un anglo del giardino, vicino a dei Girasoli, e li ho dimenticati.
Poi in autunno sono spuntati questi fiori simili ai girasoli, alti, ma non li avevo studiato, e li ho confusi per girasoli.
Quest’anno ce ne sono una quantità, ma troppo vicini all’orto sinergico, amato e curato.
La DOMANDA E’: come posso realzzare una barriera nel suolo per evitare che invadono lo spazio dell’orto sinergico che sta a 5 metri di distanza.
So che per il bambu una barriera di metallo sotto terra per 40 cm evita questa sua tendenza ad essere invasivo.
Hai un consiglio per noi?
(Lory e Riccccardo – NAPOLI)

Risposta

Ciao Riccardo,
grazie per raccontarci tutta la tua vita….avventurosa!
Per limitare lo sviluppo invasivo del topinambur ci possono essere due soluzioni principali: una è quella che dici tu, cioè limitare lo sviluppo circoscrivendo la terra con una barriera fisica – anche in metallo potrebbe andare. Altrimenti puoi circoscrivere lo sviluppo semplicemente lavorando la terra annualmente, scalzando i tuberi che raccoglierai e poi rimettendone di nuovi per la successiva cultura. W il Topinambur! – vedi articolo che trovi nel link.
Salute e buon orto!

Buonasera,
vorrei sapere se posso usare le foglie dei seguenti ortaggi – zucche e patate per pacciamare le aiuole di pomodori e di fagioli, visto che le patate le dovrò raccogliere – ne ho assaggiate qualcuna e sono buonissime – e le zucchine hanno terminato la loro produzione, potrebbe essere una buona soluzione?
Grazie.
(Dario)

Ciao Dario,
certo che potrebbe essere una buona soluzione quella di utilizzare la risulta vegetale dei tuoi ortaggi come pacciamatura, ti suggerisco però, prima di ordinare bene le foglie e rami nelle aiuole, di farle seccare un pò, di modo che una volta sistemate non fermentino alla base delle piante da pacciamare.
Salute e buon orto.

Orto sottovico“Là dove c’era un prato verde ora c’è una città…” in genere è così che funziona, togliere spazi verdi per cementificare, proprio come cantava Adriano Celentano nel ragazzo della via Gluck. Eppure, per quanto possa sembrarci strano, può succedere anche il contrario e dove c’era una discarica può nascere un giardino. E che giardino!

E’ successo a Vico d’Elsa, un piccolo paese vicino a Poggibonsi e al rinomato borgo medioevale di San Gimignano, in una zona ad alta vocazione turistica. Molti anni fa, per l’esattezza nel 2008, è nato il Giardino Sottovico per mano di alcuni appassionati coltivatori di piante grasse, che arrivati ad avere così tante piante da non sapere dove metterle cercavano un luogo dove custodirle. Quel luogo è stato trovato al limitare del paese, in una zona a rischio geologico, usata come discarica. E così sulla spinta di una passione individuale è nato un progetto collettivo: un orto botanico a valenza sociale.

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GiugnoA giugno l’orto esplode: gli ortaggi e le aromatiche sono al massimo del loro splendore vegetativo. Verde ovunque, ma anche colore se avremo messo nell’orto tanti bei fiori utili, come il tagete, il nasturzio, le zinnie, le calendule…prima che luglio porti con sé il caldo e la sete.

Semine – Anche se l’estate è alle porte si possono ancora eseguire delle semine. A dimora, direttamente nel campo, si potranno seminare le barbabietole, indivie precoci, fagioli a ciclo breve, ma anche i ravanelli e i broccoli che si raccoglieranno da fine estate. Saranno tuttavia i cavoli gli ortaggi su cui dovremo concentrarci adesso, se vorremo raccogliere i frutti in autunno ed inverno.

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