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FagiolinoIl fagiolino nano è una delle tante semine da effettuare a fine aprile, quando le temperature tendono a stabilizzarsi. Le loro dimensioni contenute li rendono adatti ai piccoli spazi o alla coltivazione in vaso. Possiamo divertirci coltivando varietà di colore diverso e scegliere tra il verde, il giallo o il viola e talvolta possiamo trovarne anche di variegati come il Bobis d’Albenga!

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AlbiChi ha un balcone abbastanza grande dovrebbe pensare a coltivare un piccolo albero da frutto in vaso. Gli alberi da frutto portano con sé allegria e regalano ai balconi di città un piacevole tocco di campagna!

Dovremo però pensare ad allevare alberelli di dimensioni ridotte, facilmente gestibili anche in vaso, per esempio l’Albicocco Lilliput (Prunus armeniaca) e il Pesco Nano (Prunus persica). L’albicocco è più facile da coltivare, perché meno vulnerabile e soggetto alle malattie crittogamiche (funghi) e parassiti in genere.

Anche tra gli alberi di taglia piccola esistono diverse varietà, tra i peschi si può scegliere tra il ‘Garden Beauty‘ a polpa gialla, o la dolce e profumata ‘Nectarella‘, oppure la ‘Bonanza‘, pesco alto poco più di un metro e dai fiori doppi e rosa scuro.  Mentre tra gli albiocchi potremo optare tra ‘Reale di Imola‘, dal frutto medio-grosso a forma di mandola, o il ‘Canino‘, dove e molto produttivo.

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Arriva Mino, il nuovo nano da giardino! E’ ecocompatibile e sensibilizza al compostaggio e al riciclo.

Da oggetti di arredo di dubbio gusto ad oggetti di culto da parte di movimenti nati in rete, che ne vogliono la liberazione o l’annientamento.  Amati e odiati al tempo stesso, i nani sono stati negli anni sia oggetto di denigrazione che oggetto di design. Di sicuro il nanetto da giardino di strada ne ha fatta tanta.

Sembra che i primi siano ‘stati avvistati’ in Germania intorno al XVII secolo e che un certo Sir Charles Isham nel 1874, dopo un viaggio in terra teutonica, ritornò in Inghilterra con a seguito ben 22 statuette di nani in terracotta, che depose ad ornamento del suo giardino nel Northamptonshire. Nel 2010 sono stati addirittura banditi dal comune di Furore, sulla Costiera Amalfitana, perché  ‘motivo di alterazione dell’ambiente naturale’.

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