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Passeggiando nel centro di Madrid, in prossimità di Plaza Latina, mi sono imbattuta casualmente in un luogo fantastico ‘Il Campo di Cebada‘. Non è un monumento storico, né tanto meno un museo, ma uno spazio sociale all’aperto, con orto, alberelli, pergole, pedane, sedute, teatro, campetto da calcio e basket.

Tutto è costruito con materiale di recupero: vecchi bancali di legno, tubi di ogni genere, impalcature di ferro, bobine industriali, vecchi elettrodomestici e ogni recipiente dismesso serve alla raccolta dell’acqua piovana per le innaffiature. Ma non per questo Campo di Cebada è meno affascinante, tutt’altro!

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Sono (ex)insegnante. Mi piace la terra. Ho anche un poco di esperienza e vorrei sapere se potrei “iscrivermi” o partecipare anch’io alla cura dell’Orto di via De Marchi? E raccoglierne anche i frutti?

( Mariagrazia – Milano )

Ciao Mariagrazia, non so come funzioni attualmente l’Orto della Fede in via De Marchi, ma consultando il loro sito http://ortodellafede.wordpress.com/ , ho visto che il gruppo degli ortisti si ritrova ogni mercoledì dalle 17,30 alle 19.00.

Visita bene la loro pagina all’inidirizzo sopra indicato, in fondo in fondo c’è una finestrella dove se clicchi puoi iscriverti e poco sopra ho visto anche che danno questa mail robpini@gmail.com come riferimento a cui scrivere per informazioni.  Spero proprio che riuscirai ad aggregarti, in caso contrario scrivimi ci sono moltissimi altri orti condivisi a Milano dove puoi andare.

Questa è la mappa degli orti milanesi a cui puoi già dare un’occhiata. Un caro saluto e a presto

In viaggio si fanno scoperte di ogni tipo. Le mie molto spesso combaciano con visite ad orti e giardini. Mai però avrei immaginato di andare per orti in Marocco. Inaspettatamente le oasi abbondano di tanti piccoli appezzamenti verdi, che catturano lo sguardo per l’intensità, il contrasto e la freschezza del loro colore. Ma quello di cui vorrei parlarvi, più che un pezzo di terra coltivato, è un’esperienza di vita e di condivisione. Ascoltate questa storia.

Il ‘Giardino collettivo di Hart Chou’ sorge vicino alla cittadina di Agdz, alle porte del deserto marocchino. Ovunque, lì intorno, lo sguardo si perde su vaste distese di terre arse dal sole, le attraversa come una lama il fiume Draa con i suoi verdi palmeti.

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