A proposito di autunno e di foglie che cadono ho appena finito di leggere sul libro ‘Bosco e giardino’ della scrittrice inglese Gertrude Jekyll, una delle migliori giardiniere mai vissute, questo suggerimento riguardo all’impiego delle foglie autunnali. InOrto ha già dedicato un articolo all’utilizzo del fogliame come pacciamatura e come compost, tuttavia questa signora ha qualcosa da aggiungere.
“Le foglie di quercia sono le migliori, poi vengono quelle di nocciolo, di olmo e di castagno. Quelle di betulla e di faggio non sono altrettanto buone; le foglie di faggio soprattutto impiegano troppo tempo a decomporsi.
Senza dubbio questa è la ragione per cui nulla cresce sotto i faggi. Tre uomini con un carro tirato da un cavallo percorrono le stradicciole del mio giardino per due o tre giorni, e i carichi di foglie che vengono portati a casa, vanno a un metro di profondità sul fondo di una serie di buche. Le foglie vengono schiacciate per bene e coperte di uno strato di terriccio sul quale si pianta immediatamente dell’insalata invernale. La massa di foglie comincerà ben presto a riscaldarsi e produrrà un piacevole calore per tutto l’inverno”.
Allora, a parte il carro e il cavallo, perché come avrete capito la signora in oggetto è una signora d’altri tempi (1843-1932), a me è piaciuto molto il fatto di fare dei letti caldi per gli ortaggi con le foglie appena cadute. Insomma utilizzando solo le nostre braccia, invece di tre uomini, e la carriola al posto dei carri, è una pratica che potremmo provare a fare anche oggi con facilità e forse successo. Ho anche pensato che potremmo provarci senza scavare una buca di un metro, che mi sembra molto impegnativa, ma semplicemente facendone una più modesta e rialzando l’aiuola con delle assi di legno.
Aggiungerei poi qualcosa sulla tipologia delle foglie, perché quelli che vivono al Centro o al Sud d’Italia hanno a disposizione anche le foglie di carpino, che sono ottime perché apportano calcio, ma anche quelle di frassino o di acero campestre sono altrettanto valide, invece sarei più prudente riguardi all’utilizzo di tutte le foglie troppo coriacee, come lauro, magnolia o agrumi, che si decompongono molto più lentamente o quelle delle conifere che acidificano molto il terreno.
L’altro suggerimento che dà Gertrude Jeckyll è quello di fare, se abbiamo lo spazio, due mucchi di compost: uno più giovane, dove ammucchieremo il materiale nuovo, come le foglie appena raccolte, e l’altro più datato dove il compost è già pronto per essere utilizzato (quello di due anni è perfetto). In effetti io, che ho un solo mucchio di compost, devo sempre andare a scavare in basso, nel tentativo di prendere i residui già decomposti, ma non riuscendo mai a fare un buon lavoro!
In questo momento utilizziamo il compost di foglie (anche se non proprio pronto andrà bene ugualmente) per pacciamare e proteggere le radici delle piante dal freddo dell’inverno, oppure semplicemente per fare una concimazione autunnale al terreno delle aiuole.
foto di Alex Brown da flickr
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