L’orto sta diventando sempre più strumento di miglioramento sociale e personale, per questo sono sempre più numerosi gli orti che nascono in ambiti che solo fino a poco tempo fa sembravano insoliti: nelle città, nelle scuole, nelle carceri, negli ospedali, ovunque si debba rieducare al cibo e alla natura.
Ed proprio in questa ottica che nasce il Progetto ‘Orto Bioattivo’ di Andrea Battiata, agronomo e consigliere della Società Toscana di Orticultura. Un progetto – NOA Food (Nutriente, Organico, Rigenerativo) in collaborazione con lo Chalet Fontana di Firenze – ma anche una pratica agronomica, che pone l’orto al centro di un nuovo modo di intendere l’agricoltura ed il cibo che se ne ricava. Ma ce ne parla meglio il suo ideatore.
“Sono molti i vantaggi che si ricavano dal provare a fare un orto e produrre da soli il proprio cibo. Il primo è quello di avere alimenti di alta qualità, nutraceutici, con più vitamine, sali minerali, antiossidanti, enzimi e sostanze utili per contribuire in modo attivo alla propria salute. Il secondo è quello di imparare ad alimentarci con più frutta e verdura. Il terzo quello di ristabilire un rapporto con la natura, per esempio riscoprendo la relazione tra stagioni e alimentazione. Il quarto è la possibilità di fare esercizio fisico all’interno di un contesto, quello naturale dell’aria aperta, stimolante per il nostro corpo ma anche per la nostra mente (ortoterapia). E infine, l’ultimo, ma non per questo meno importante, quello di aiutare il nostro pianeta, perché quando ci si cimenta in un’orticoltura naturale, non si può fare a meno di diventare custodi della terra e dunque interessarsi alle problematiche ad essa collegate, come la salvaguardia delle api e degli animali in pericolo, l’inquinamento derivante dall’uso di sostanze tossiche e l’importanza dell’impiego di energie rinnovabili”.
Se queste sono le premesse qual è l’obiettivo del progetto ‘Orto Bioattivo’?
“L’unico vero obiettivo è dimostrare che è facile fare un orto per produrre cibo Bioattivo-Nutraceutico, ovvero più nutriente, contribuendo in un colpo solo alla salute dell’uomo e della terra. Per farlo abbiamo riunito le migliori tecniche agronomiche, basate su studi ed esperienze sul campo.
Occorre come base di partenza un terreno fertile, libero da concimi chimici che non rigenerano la terra, ma nutrono direttamente la pianta, trasformando il suolo in un supporto neutro privo di vita. Si tratta in sostanza di riportare il terreno ad una condizione naturale, che potremo definire selvatica, molto simile a quella che troviamo nei boschi. Attraverso l’agricoltura organica-rigenerativa andiamo ad incidere sulla qualità del terreno ‘rigenerandolo'” continuamente.
Quindi potremo dire che alla base dell’Orto Bioattivo-Nutraceutico c’è la qualità e la fertilità del suolo. Ma come possiamo procedere per ottenere un terreno con queste caratteristiche? Quali sono i consigli concreti che dobbiamo andare a mettere in pratica?
“Per iniziare un orto da zero noi riproduciamo un terreno il più vicino possibile a quello dei boschi unendo:
1. terra vulcanica (lapillo),
2. compost di foglie + compost di aghi di pino + bocashi*,
4. concime naturale (compost derivante da fermentazione di altre piante),
5. micorrizie*,
6. polvere di roccia addizionata a EM*,
7. preparato biodinamico 500* da spruzzare sul suolo per aumentarne la fertilità, questo preparato viene usato in agricoltura biodinamica per aiutare le piante a sviluppare un maggiore numero di radici e renderle più vigorose, rigogliose e resistenti alla siccità “.
(oltre ai link inseriti per avere maggiori informazioni sulle parole con l’asterisco guardate a fondo pagina)
Se ho ben capito si aggiungono alla terra tutti gli ingredienti che le varie tecniche agronomiche mettono a disposizione ottenendo una sorta di ‘bomba’ di fertilità pronta ad accogliere ortaggi che non potranno che crescere in modo sano e veloce, senza altro intervento aggiuntivo se non qualche annaffiatura in caso di siccità.
E una volta costruito il terreno e impiantati gli ortaggi, quali sono gli accorgimenti da seguire per fare funzionare al meglio un Orto Bioattivo?
“Per prima cosa non dovremo più lavorare la terra con arature o zappature che potrebbero alterare la fertilità ricreata: rigirando il terreno interrompiamo l’azione combinata di essudati radicali, residui organici, attività chimica biologica dei batteri, funghi e lombrichi. Sarà proprio l’attività biologica non disturbata, insieme all’attività dei lombrichi, a prendere il posto degli interventi meccanici.
L’agricoltura tradizionale rimedia le carenze nutritive dando fertilizzati e concimi di sintesi, con un effetto temporaneo da cui purtroppo le piante diventano dipendenti, con conseguente sviluppo di malattie e impoverimento del suolo, oltre all’inquinamento del terreno e delle acque dato dall’utilizzo di fertilizzanti e pesticidi.
In secondo luogo dovremo evitare evitiamo di compattare la terra calpestandola, ricorrendo alla realizzazione di aiuole rialzate o alla costruzione di appositi camminamenti, per fare sì che i micro ecosistemi presenti nel terreno non vengano disturbati e abbiano la giusta areazione.
Terzo non dovremo più concimare, perché il suolo si rigenera autonomamente se lo manteniamo costantemente coperto con materiale organico, esattamente come avviene nel sottofondo del bosco: sotto le foglie la terra brulica di vita! Questo si ottiene coprendo e pacciamando il terreno con il cippato di ramaglie fresche, quello che in Francia chiamano metodo BRF , ovvero rami di bosco frammentati e triturati, per risparmiare acqua ed energia e aumentare la sostanza organica nel suolo.
La copertura del suolo si ottiene anche attraverso una piantagione molto densa e ravvicinata di ortaggi con stadi di crescita diversificati e attraverso attente consociazioni, perché sappiamo che alcune piante si detestano, come fagiolo e cipolla, mentre altre si aiutano e si stimolano a vicenda, come per esempio aglio e fragola”
In pratica attuate le regole utilizzate anche nell’orto sinergico, ovvero assenza di lavorazioni, assenza di calpestio e grande abbondanza di pacciamatura.
“Sì, ma con alcune differenze: costruiamo la terra di partenza con molta più cura e attenzione e con molte componenti in più; pacciamiamo solo con cippato di ramaglie; coltiviamo un numero maggiore di piante e più vicine tra loro perché abbiamo a disposizione più fertilità nel suolo; usiamo il Compost Tea durante la coltivazione come attivatore di carica batterica che agisce sulle foglie preservandole dalle malattie e sul terreno per combinarsi alla sostanza organica; infine non lasciamo mai il terreno inattivo e appena effettuata la raccolta ripiantiamo subito nuovi ortaggi, lasciando radici e residui nel terreno”
Riassumendo: vi avvalete di un mix di componenti e pratiche collaudate che avete raccolto, studiato e articolato per sfruttare al meglio le loro potenzialità. Ma in tre parole ci dica perché qualcuno dovrebbe decidere di cimentarsi nella realizzazione di in un Orto Bioattivo.
“Perché l’orto Bioattivo produce un numero una quantità maggiore di ortaggi per unità di superficie, ortaggi più nutrienti e conservabili, si risparmia acqua, non si usano mezzi meccanici, si utilizza materiali reperibili sul luogo, si riproducono da soli i microrganismi buoni del terreno e il risultato sarà un orto che autorigenera la propria fertilità. Ma il vantaggio più grande dell’agricoltura rigenerativa è quello di produrre cibo in armonia con la natura, senza inquinare o sprecare energie, che invece di immettere CO2 nell’aria la sequestra nel terreno, contribuendo a salvare il nostro pianeta e lasciando alle future generazioni una terra migliore di come l’abbiamo trovata”.
* Bocashi o Bokaschi: è una miscela a base di crusca e foglie triturate, trattati con microrganismi EM, al fine di ottenere del compost attivo con esuberanza di vita microbica. (Il Bokasci Mix si può acquistare on-line al prezzo di circa 12 dollari al chilo o nei consorzi agrari molto specializzati)
*EM: ovvero microrganismi effettivi/efficaci, questi microrganismi sono alla base dell’intera Tecnologia EM, in totale 10 generi di microrganismi ed 80 differenti specie che coesistono simbolicamente in un’unica sostanza, al fine di creare nel terreno un ambiente ricostituente e rigenerativo (per saperne di più e su come procurarseli http://fervida.jimdo.com/em/ )
*Micorrizie: ovvero l’associazione tra radici e funghi del suolo, una simbiosi perfetta: il fungo colonizza le radici delle piante e fornisce loro nutrienti minerali e acqua che estrae dal suolo attraverso la rete delle ife, e la pianta fornisce al fungo sostanze energetiche e carboidrati che derivano dall’attività fotosintetica. (per saperne di più e su come procurarseli http://www.micorrize.it/)
*Preparato biodinamico 500: detto anche Cornoletame serve a vivificare il terreno ad intensificare l’attiovità microbica, trasformando la sostanza organica in humus. Anche questo preparato è possibile trovarlo in vendita on line o nei negozi specializzati già pronto).
Per qualsiasi informazione in più vi ricordo che il loro sito è: http://www.ortobioattivo.com
Salve,
sono interessato ad avere una consulenza per realizzare un orto bioattivo di 150 mq,
ho partecipato al festival ECOFUTURO di Padova.
GRAZIE.
(Dino)