LA COLTIVAZIONE DEL CACHI
Un albero rustico, che in autunno si riempie di frutti arancioni. Di facile coltivazione, resistente al freddo e poco sensibile alle malattie.
Il Diospero predilige un’esposizione soleggiata e priva di ristagni idrici. Possiede un portamento eretto che poi si espande in una grossa chioma compatta e tonda. E un albero che si porta bene in un frutteto ma anche in giardino da solo. Una volta identificato il luogo di piantagione, possiamo preparare la messa a dimora.
La buca dovrebbe essere idealmente di 1 metro per un metro ma anche 80 cm x 80 cm sono sufficienti. Se il terreno è drenante e ricco non ci sarà bisogno di aggiungere niente al momento della piantagione. Al contrario se ci troviamo in un terreno povero e argilloso, è bene aggiungere stallatico e materiale drenante (Argilla espansa, zeolite, vermiculite). Assicuriamoci di non ricoprire il colletto sotto terra, ma lasciamolo al di fuori della buca di piantagione. Questo perché la pianta del Cachi è solitamente innestata sulla pianta di Diospyros lotus (specie resistente ai nostri freddi).
Se la pianta è piccola, possiamo piantare al suo fianco un palo di sostegno che toglieremo solo una volta stabile.
La moltiplicazione del Cachi avviene principalmente per innesto. Se invece abbiamo pazienza, possiamo anche seminare il caco.
Si tratta di una pratica semplice. La prima accortezza è quella di riporre il seme pulito in frigorifero (In un barattolo di sabbia) per circa 3 mesi. Infatti il seme di cachi necessita di un periodo di ibernazione per germogliare. Una volta trascorso questo tempo, possiamo riporre il seme in un vaso a pochi cm di profondità in un terriccio universale. Al massimo dopo un paio di mesi, il germoglio dovrebbe fare capolino. Assicuriamoci di annaffiarlo, e di tenerlo lontano dalle gelate. Una volta diventata piantina, sarà possibile metterla a dimora.
La coltivazione in vaso è possibile, tenendo conto che il suo sviluppo sarà ridotto. Le potature dovranno essere più severe per assicurare l’equilibrio radice/chioma.
La potatura del cachi è semplice e richiede poche attenzioni.
La prima cosa da sapere è che il cachi produce sui rami dell’anno. Stiamo attenti quindi a non potare eccessivamente, ed al contrario lasciare rami a gemme da fiore. Tra dicembre e febbraio, quando la pianta è in riposo, possiamo effettuare la potatura. Solitamente la potatura più consigliata per il cachi è la potatura “a vaso”. Questa consiste nel lasciar crescere il tronco di circa un metro e mezzo, dal quale partiranno 3 branchie inclinate di 45° da esso. Le prime potature saranno a carico della struttura del tronco principale. Solo successivamente, con l’aiuto di lacci o supporti, potremo dirigere le 3 branchie selezionate. Lo scopo della potatura invernale è anche quello di alleggerire la chioma per permettere più circolazione di aria e luce per la maturazione dei frutti.
E anche possibile lasciare il cachi svilupparsi naturalmente. Avrà lo stesso il suo fascino.
Il cachi non ha particolari nemici. Si tratta di un albero forte e rustico.
Teniamo però d’occhio l’albero, nelle annate particolarmente umide e piovose. In questi casi, infatti, potrebbe apparire la muffa grigia sui frutti. Potrebbero anche soffrire della mosca della frutta, soprattutto nelle aree meridionali. Invece, sul tronco potrebbe apparire la Sesia. Un tarlo che entra nel tronco della pianta e crea delle gallerie. Si tratta di una peste difficile da rimuovere. Solitamente viene tolta manualmente, rimuovendo la corteccia ed eliminando i tarli a mano. Per prevenzione possiamo cospargere il tronco di calce.
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