Oggi parliamo di anguria (Citrullus lanatus) o, come viene chiamata dalle mie parti, cocomero. Perché parlarne a febbraio se è un frutto prettamente estivo? Semplice: primo perché se ne parlo a giugno è troppo tardi per pensare di coltivarla in estate, secondo perché un lettore ce lo ha chiesto espressamente e questo per noi é sempre un valido motivo per affrontare un nuovo argomento.
Iniziamo col dire che l’anguria appartiene alla famiglia delle Cucurbitacee, una famiglia molto illustre nell’orto, perché vi appartengono tutti ortaggi curiosi, di importanza e dimensioni considerevoli: cetrioli, meloni, zucche e angurie. Tutti bisognosi di terreni ricchi, freschi e acqua a sufficienza.
Clima, terreno e concimazioni – L’anguria predilige il clima temperato-caldo e una posizione aperta e soleggiata. La temperatura ottimale si aggira dai 21° ai 29°. Il terreno deve essere ben sciolto, con elevata capacità idrica, ma permeabile e ricco di sostanza organica. Questo significa che dovremo provvedere a stendere una concimazione di fondo, come letame, compost o terricciato misto a pollina, sappiate inoltre che l’anguria è ghiotta di fosforo e potassio. Il terreno ideale tenderà all’acido, ovvero con Ph che va da 5,5 a 7 (e non diteci che non siamo precisi!).
Consociazione – L’anguria si sposa bene con molti ortaggi: lattuga, cipolle, carote, spinaci, ravanelli, pomodori, piselli, ecc.
Semina – Sappiate che l’anguria, una volta seminata, occuperà il vostro orto per circa 90-150 gg, a seconda della varietà e delle condizioni climatiche.
Se semineremo direttamente a dimora nell’orto dovremo aspettare, al Sud, l’inizio della primavera, mentre al Nord attenderemo aprile/maggio. Metteremo 3/4 semi per buchetta, con una distanza di circa 1 m – 1,5 m tra una buca e l’altra (le piantine appena sviluppate andranno diradate lasciandone 2 per ogni buca). Se prevediamo di fare due file, lasciamo circa 1,80-2 m tra una fila e l’altra. Poniamo infine il seme ad una profondità di circa 3 cm.
Se invece semineremo in semenzaio protetto (ovvero al riparo) potremo preparare i vasetti (10 cm di diametro) con le nuove piante già in febbraio: 2 o 3 semi per vasetto, ponendo il seme a una profondità di circa 1 cm. La germinazione avviene in 4-15 gg e la temperatura ottimale, perché questa avvenga in fretta, dovrà aggirarsi sui 28° (quindi calduccio), ma soprattutto non dovrà scendere sotto ai 20°, altrimenti la germinazione potrebbe venire compromessa.
Per il trapianto dovremo aspettare il mese di aprile, o comunque almeno 20-30 giorni dalla semina, quando le giovani piante saranno alte almeno 10 cm e avranno sviluppato 4 o 5 foglie.
Esigenze colturali – La concimazione, come abbiamo visto, la effettueremo in fase di impianto (4 q di letame o composto maturo ogni 100mq di terreno), resta poi fondamentale la pacciamatura, per evitare di dovere scerbare (togliere le erbacce) in continuazione. Se la pianta dovesse crescere troppo in altezza potremo effettuare la cimatura (ovvero tagliare il germoglio apicale, la punta per intendersi) e fare così in modo che la pianta tenda ad allargarsi invece di andare solo in lunghezza.
Irrigazioni – Sulle annaffiature bisogna capirsi bene: l’anguria può stare anche dove il clima è caldissimo, ma non può stare senza acqua! Inoltre questo frutto, eccetto qualche varietà, ha una radicazione piuttosto superficiale, quindi richiede ancora più acqua, perché con il caldo l’acqua, soprattutto in superficie, evapora in fretta. Annaffiamo l’anguria normalmente in fase di germinazione, aumentiamo l’apporto di acqua in fase di sviluppo (soprattuto se le temperature sono elevate) e sospendiamo le annaffiature in fase di raccolta, altrimenti perdono sapore.
Raccolta – E qui casca l’asino! Sapete cosa vuol dire questo proverbio? In sintesi estrema significa: e qui arriva la difficoltà, perché è veramente difficile capire quando un’anguria è matura e solo l’esperienza potrà veramente esserci di aiuto in questo compito! Un po’ come per il melone.
Per prima cosa potremo raccoglierla a scalare durante l’estate per circa un mese.
– il primo segnale, della sua avvenuta maturazione, ci sarà dato dal disseccamento del viticcio vicino al frutto e da quello delle foglie più vecchie;
– il secondo dalla leggera depressione che si formerà sulla buccia intorno al peduncolo;
– Il terzo sarà la scomparsa della patina cerosa (pruina) che ricopre la buccia dell’anguria, che con la maturazione tenderà a scomparire e l’anguria diventerà bella lucida e se ne gratteremo la buccia con un unghia, questa tenderà a scalfirsi;
– Infine la parte del frutto che poggia al terreno prenderà un colore giallo intenso, ma proprio a questo proposito ho un consiglio da darvi qui sotto!
– quanto al suono sordo o non sordo, che l’anguria percossa dovrebbe emettere, sicuramente io non ho buon udito, perché secondo questo metodo per me sono tutte pronte all’inizio di giugno!
Consiglio in più sulla coltivazione dell’anguria! Appena i frutti inizieranno ad ingrossarsi (e anche se dovesse piovere troppo) mettete sotto di esse un mucchietto di paglia, affinché risultino sollevate da terra e non corrano il rischio di rovinarsi al contatto del suolo. Inoltre per evitare il formarsi delle ingialliture sul lato che poggia verso terra, quando saremo giunti alla fase di maturazione, una volta alla settimana dovremmo ruotarle (mi raccomando con molta cautela per evitare di staccarle dal peduncolo). Solo così il sole le farà maturare in modo uniforme!
foto di Jim, the Photographer, di Joan, di nonelvis e di Kumon
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