Gli amanti dei ristoranti etnici ne vanno matti per il loro sapore forte che evoca paesi lontani. Il loro gusto ci trasporta in mondi esotici ammantati da fascino misterioso. C’è chi dice che proprio in quei paesi vengano usati da scaltri chef per nascondere sapori indesiderati mentre più probabilmente il loro utilizzo –oltre che gustativo- ha motivazioni salutistiche. Sono note infatti le loro proprietà antifermentative e anticarminative. Comunque, se in gastronomia si amano o si odiano, le spezie dal punto di vista botanico sono piante che danno moltissime soddisfazioni, anche estetiche. Ecco alcuni consigli per creare nel nostro orto o terrazzo un angolo esotico.
Iniziamo con il CUMINO (Carum carvi) spezia originaria della Siria. Produce piccoli cespugli su cui crescono numerose foglioline ruvide, di forma allungata, verdi; in tarda primavera e in estate producono alcune infiorescenze a forma di ombrello, di colore bianco o rosa, simili a quelle della carota selvatica. In tarda estate produce piccoli semi dal profumo pungente, di forma ovale, molto piccoli.
Come coltivarlo – Il cumino è una pianta biennale, preferisce posizioni soleggiate, o in ogni caso molto luminose. Può essere seminato direttamente in pieno campo o in vaso a primavera. Il terreno deve essere leggermente sabbioso. Annaffiamolo dopo la semina e poi solo sporadicamente, aumentando solo nei mesi più caldi dell’anno. Per una fioritura migliore possiamo arricchire il terreno intorno alla pianta con del concime organico maturo. La pianta cresce spontanea anche nei prati e nei pascoli dell’Appennino, ma se trova nel nostro orto le condizioni opportune e noi avremo l’accortezza di lasciarla andare a seme, il cumino si auto disseminerà e potrebbe perfino diventare infestante. Le infiorescenze vanno raccolte da agosto ad ottobre, nel momento in cui cominciano a ingiallire e poi messe ad asciugare, ma occorrerà battarle per fare uscire i semi.
Come utilizzarlo – Tutta la pianta è commestibile, dalle foglie alle radici. Le foglioline possono essere raccolte continuamente secondo necessità, si usano fresche per aromatizzare minestre e insalate. Le radici si prelevano estirpando la pianta in tardo autunno e si consumano cotte. Ma solitamente tutti conosciamo e utilizziamo i semi (simili a quelli del finocchio o dell’anice), che vengono usati in cucina per la preparazione di pane, dolci o anche per produrre liquori.
foto di Dandelion And Burdock e di gehat
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