Al primo raggio di sole inizia la corsa all’acquisto dei vasetti di aromatiche. Che siano esposti al supermercato, al vivaio, alle fiere, ai mercati, poco importa: quei vasetti pieni di foglioline profumate che promettono fioriture a breve termine, diventano irresistibili e dopo averli scrutati a lungo rompiamo ogni indugio e finiamo sempre per comprarne almeno un paio. Potremmo chiamarlo il ‘richiamo delle aromatiche’.
Bene se siete sensibili a questo richiamo oltre al solito rosmarino, salvia e basilico, vi consiglio di acquistare un vasetto di timo (Thymus vulgaris) perché è un’aromatica mille usi.
Senza emulare egiziani ed etruschi che lo usavano miscelato ad altre sostanze per imbalsamare i defunti, possiamo invece copiare i francesi che lo mettono nel ‘bouquet garni’, ovvero il mazzetto di aromi legati con lo spago che viene utilizzato in cucina per insaporire brodi, stufati e sughi. O più semplicemente possiamo usarlo nella marinatura di carni o di pesce o aggiunto nella preparazione di alcuni piatti a base di verdure. Personalmente vi consiglio di aggiungerlo alle zucchine stufate o alla pasta con le zucchine: è strepitoso!
Semina, trapianto e riproduzione – I semi del timo sono piccolissimi e i tempi di germinazione molto lunghi, quindi conviene decisamente acquistare una piantina e trapiantarla in un vaso più grande (diametro 18) agli inizi della primavera o direttamente nell’aiuola delle aromatiche se disponete di un orto. In seguito per avere nuove piantine potremo fare delle talee o più semplicemente ogni due anni possiamo dividere il cespo. Per avere un pianta folta come un cuscino è necessario rinnovarla ogni tanto. Per rinnovare un vecchio timo occorre potarlo basso, togliendo del tutto i rami vecchi: solo così lui crescerà di nuovo con forza. Vi confido che con i miei timi (da me crescono ovunque perché si autodisseminano) questa operazione la faccio quasi ogni anno.
Coltivazione – Il timo non ha bisogno quasi di niente per stare bene: poco concime, poca acqua e poche cure, ma molto sole. Il timo odia i ristagni d’acqua alle radici, preferisce un suolo povero ad un troppo ricco e umido. E’ una pianta perfetta per i giardini rocciosi.
Raccolta – Le foglie piccolissime e i rametti si possono raccogliere tutto l’anno e si consumano freschi o essiccati. Tutti gli anni prima della fioritura, ne faccio un bel mazzo, lo essicco a testa in giù in un luogo fresco e asciutto, e con le foglioline riempio un vasetto di vetro che puntualmente è vuoto la primavera successiva. Dove lo metto? Un po’ dovunque: dal minestrone al pesce al forno, dalla tagliata ai carciofi in teglia.
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