Calice viola, cuore giallo e tre preziosissimi filamenti rossi che fuoriescono. Sto parlando dello zafferano (Crocus sativus). Ottobre e novembre sono i mesi della fioritura e quindi della raccolta.

Quando guardo un fiore di zafferano non posso fare a meno di chiedermi, chi per la prima volta ha raccolto quei fili e ha pensato di utilizzarli per le loro proprietà mediche e per le loro prestazioni culinarie. Una vera magia!

Fatto sta che anche noi possiamo pensare di coltivare alcuni di questi bulbi, per il piacere dell’occhio e per quello del palato!

Su quest’ultimo punto dobbiamo però mettere subito le cose in chiaro: la resa della raccolta è bassissima! Pensate che da ogni fiore possiamo procurare soltanto tre filamenti quindi lascio a voi immaginare quanti fiori occorrono per fare un risotto. Però fosse anche solo per un risotto la soddisfazione è tanta! E poi pensate che bello per i bambini piantare un bulbo, vedere spuntare prima il germoglio, poi il fiore, raccogliere gli stimmi lunghi e vistosi color rosso-arancio e infine correre in cucina per preparare l’adorato risotto color giallo oro!

Insomma credo proprio valga la pena ricordarsi l’estate prossima di procurarsi questi pregiati bulbi per provare a coltivarli nel vaso o nell’orto.

Terreno e posizione – E’ raccomandabile una posizione soleggiata e terreno sciolto e ben drenato, lontano dai terreni argillosi e troppo grassi. La concimazione ideale è: composto di foglie e letame molto maturo ridotto in terriccio (organico pellettato biologico per chi non ha di meglio).

Il crocus non teme né il caldo né il freddo, in Italia le zone in cui la coltivazione è migliore hanno un’altitudine di 600-700 m. Quindi quando arriva l’inverno una leggera pacciamatura (copertura del terreno con foglie o paglia) può essere sufficiente.

Piantagione – Il Crocus sativus si mette nel terreno in estate, in genere ad agosto, ad una profondità di circa 8-10 cm e tra i bulbi dovremo lasciare una distanza di 8-10 cm, a seconda della loro grandezza. Se si fanno due file prevediamo circa 20 cm tra di esse. Se seminiamo nell’orto sarà nostra premura cercare di evitare terreni dove in precedenza siano state coltivate patate o carote, per evitare l’insorgere di alcune malattie che il crocus ha in comune con questi due ortaggi.

Se invece pianteremo lo zafferano in balcone metteremo 4 o 5 bulbi in un vaso che abbia un altezza di almeno 15 cm e un diametro di 18-20, ponendo sul fondo un buon drenaggio che consenta una facile fuoriuscita dell’acqua.

Per chi vuole coltivare i crocus solo a scopo ornamentale saranno molto belli piantati a gruppi sotto gli alberi dalla chioma leggera, insieme a scille e ciclamini e narcisi, ma lontani dagli istrici, che sono ghiottissimi di questi bulbi!

Coltivazione – Lo zafferano richiede poche annaffiature, sarebbero sufficienti le piogge primaverili, che fanno crescere e moltiplicare i bulbi, e quelle autunnali, che li fanno fiorire. Quindi l’acqua va somministrata con molta parsimonia!

In estate da giugno in poi lo zafferano va in riposo vegetativo, è infatti allora, quando vedremo le foglie sottili completamente seccate, che andrebbero estratti dal suolo, rupuliti, separati dal bulbo principale i nuovi piccoli bulbi da cui otterremo nuove piante, riposti in sacchetti in un luogo fresco e asciutto, per poi ad agosto settembre metterli di nuovo nel terreno.

C’è chi invece consiglia di lasciare i bulbi nella terra a moltiplicarsi per due o tre anni e potremmo farlo tranquillamente, se il suolo scelto per la loro piantagione è ottimo, vale a dire secco d’estate, fresco in autunno e ricco di humus. In caso contrario otterremo scarsi risultati. Se li lasceremo in pieno campo sarà utile qualche concimazione supplementare in autunno, altrimenti la faremo, come sopra descritto al momento dell’impianto.

Durante il primo anno cerchiamo di eliminare le erbacce che potrebbero soffocare o comunque togliere sostanze nutritive ai nostri bulbi.

Raccolta – Questa operazione ha inizio con la seconda settimana di ottobre fino alla seconda di novembre, dipenderà delle condizioni climatiche del luogo dove viviamo. Solitamente la raccolta degli stimmi (tradizionalmente definita ‘mondatura’) si effettua la mattina quando i calici dei fiori sono ancora chiusi. Staccheremo i filamenti dal fiore con molta attenzione e li metteremo a essiccare vicino ad una fonte di calore moderato, per fare conservare loro intatto l’aroma e il colore.  Su come essiccarli, ciascuno ha il suo metodo: su tavole di legno al sole, su stuoie vicino alla brace, in essiccatoi elettrici.

Direi che per una raccolta casalinga ci accontenteremo di un raggio di sole sul davanzale o di una leggerissima passata in forno e, se i nostri stimmi sono veramente pochi…subito in pentola!

6 commenti
  1. Alessandro
    Alessandro dice:

    Salve,  
    articolo molto interessante.  
    Io avrei dei due dubbi sul terreno. Vorrei provare la coltivazione in Salento dove la terra è prevalente di colore rosso ossido. Potrebbe essere un buon terreno? Grazie.
    (Alessandro)

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    • Stefano Pissi
      Stefano Pissi dice:

      Ciao Alessandro,
      la coltivazione dello zafferano – ai fini produttivi – viene fatta in Italia sugli altopiani abruzzesi, nella famosa piana di Navelli; credo per questo che il limite per la coltivazione salentina sia non tanto le caratteristiche del terreno quanto la mancanza delle condizioni climatiche. Comunque una prova su piccole superfici si può sempre fare per vedere come la pianta reagisce precisamente nella tua zona, sul tuo terreno!
      Salute e buon orto.

      Rispondi
  2. giangi
    giangi dice:

    Ciao,voglio provare a coltivarlo!
    Sono tanti anni che coltivo con metodo bio.
    Coltivo ortaggi di vario tipo: patate e cipolle, poi coltivo, diciamo per l’inverno, cavoli di tanti tipi, rape di tanti tipi ecc ecc .
    Vorrei cominciare con lo zafferano! Il terreno scelto non è in pieno sole. Al mattino arriva dopo le 9 e la sera se ne và intorno alle 18, in estate.
    Ora in questo terreno ci sono cavoli, cavoli capucci, verze ecc ecc.
    Due anni fa cerano le patate. E’ un terreno contornato dal bosco, sui 700 mt s l m.
    Può andare bene un terreno cosi? Hà lo smpre concimato con letame, vecchio, di pecora.
    Con l’occasione porgo a tutti gli auguri di un felice Natale.
    (Giangi)

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    • Stefano Pissi
      Stefano Pissi dice:

      Ciao Giangi,
      grazie per raccontarci il tuo piccolo paradiso di verdure bio!
      Da come descrivi il tuo pezzo di terra sembra davvero adatto anche alla coltivazione di zafferano, magari puoi fare una prova, iniziando a coltivare in maniera graduale…visto anche il prezzo elevato dei bulbi.
      Salute e buon orto.

      Rispondi
    • Stefano Pissi
      Stefano Pissi dice:

      Ciao Gabri,
      per la ricerca suggerisco sempre di partire dal tuo fornitore di fiducia di tutto il materiale vegetale – semi e piante – che avrà certamente tutti i contatti di fornitori vari, altrimenti consulta questo sito specializzato nella coltura dello zafferano – apri il link.
      Salute e buon orto.

      Rispondi

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