ORTAGGI INVERNALI DIMENTICATI
Alcuni ortaggi, hanno perso il nome durante anni di coltivazioni. Riscopriamo insieme il Rutabaga, il cavolo rapa e la Scorzonera.
La rutabaga, o navone, appartiene alla famiglia delle Brassicacee.
Si tratta di una radice simile alla rapa ma ancora più grossa! Ha una grande resistenza al freddo rigido e si conserva bene anche dopo il raccolto. La semina avviene verso il mese di giugno, in serra preferibilmente. Altrimenti basterà mettere a dimora le piantine già sviluppate verso fine estate, appena le temperature diventano più miti. Inizialmente tenderà a svilupparsi la parte fogliare, poi pian piano si svilupperà la radice. A voi decidere in che stadio raccoglierla . C’è a chi piace giovane e piccola e chi invece la raccoglie grossa e dura a novembre. Solitamente la raccolta si effettua circa 60/90 giorni dalla piantagione o trapianto.
La rutabaga preferisce terreni drenanti e un esposizione pieno sole.
Trovarlo in commercio non è così semplice, ma non arrendiamoci al primo fallimento. Coltivarlo è un successo ed assaggiarlo anche. La rutabaga infatti è buona cotta al vapore, alla griglia o anche grattugiata in insalata. Il suo sapore ricorda la terra e la radice, mescolato al delicato sapore di rapa.
Il cavolo rapa è molto più semplice da trovare nei negozi specializzati di ortaggi. Anche lui è appartenente alla famiglia delle Brassicacee. Il suo sviluppo, al contrario della rutabaga è totalmente in superficie della terra. Infatti, il prodotto che andremo a cogliere, sarà una sfera verde o viola al livello del terreno. Le foglie crescono piccole intorno alla rapa in modo buffo e circolare. La semina del cavolo rapa si effettua a fine agosto, inizio settembre. Si può effettuare in pieno campo o in serra. Il trapianto sarà necessario dopo circa un mese e mezzo dalla semina. Molto interessante è la versatilità di questo ortaggio. È possibile infatti coltivarlo sia in autunno che in primavera. Tollera le mezze stagioni e i primi freddi, ma non sopporta i ristagni di acqua ed il caldo estivo.
Il cavolo rapa, come un po’ tutti i cavoli, non ha esigenze specifiche sulla tipologia del terreno. L’importante è che il suolo non sia completamente argilloso. In tal caso possiamo alleggerire il terreno lavorandolo spesso e incorporando materia organica. Lasciamo circa 50 cm tra una pianta e l’altra per agevolare il suo sviluppo. La radice non tende a crescere tanto, ma le foglie si! Il cavolo rapa è pronto quando raggiunge la dimensione di circa 15 cm. Se raccolto giovane, il prodotto sarà tenero, al contrario se colto troppo tardi risulterà duro e fibroso.
In cucina è versatile. Si può mangiare cotto al vapore, ripassato in padella, ma il suo sapore si esalta ancor più se mangiato crudo grattugiato, con parmigiano limone sale e pepe.
La scorzonera, è un ortaggio a radice, dimenticato ma dal sapore deciso.E di facile coltivazione, e molto interessante. Si tratta di una radice, simile alla carota, appartenente alla famiglia delle Asteracee. Il suo fiore ricorda quello del Tarassaco, giallo e a stella.
Il suo ciclo vegetativo è abbastanza lungo. Infatti, per avere il raccolto in autunno è bene seminare verso primavera. La scorzonera non tollera assolutamente il freddo rigido e il caldo estremo, come il cavolo rapa. La semina quindi, a primavera, si deve effettuare in pieno campo poiché non sopporta i trapianti (come gli ortaggi radice in generale).
Si può seminare a filari con una distanza di circa 30 cm tra un seme e l’altro. Invece tra un filare e l’altro possiamo lasciare anche meno di 20 cm, in modo da evitare lo sviluppo di piante avventizie. Durante lo sviluppo, rimuoviamo possibili erbe, che andrebbero in competizione con la scorzonera, e lavoriamo leggermente il terreno.
Un po’ come con la carota, per controllare se è pronta ad essere raccolta, possiamo spostare la terra al colletto e controllare se la radice è ingrossata. Dovrebbe risultare lunga e leggermente cilindrica. La buccia è nera e dura. La scorzonera non ha lunga durata fuori terra, tende a perdere velocemente la sua durezza. Il sapore è delicato con note dolciastre. La scorzonera prima di essere cotta deve assolutamente essere privata della buccia che risulterebbe fibrosa e dura. Solo le giovani radici possono essere consumate crude e con la buccia.
Si mangia fritta, cotta in padella o anche lessata. Tipica delle zone del Nord come Friuli o Piemonte.
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