Salve,
amo le piante aromatiche che coltivo sul balcone.
In vari siti, con relativi forum, si leggono pareri a volte opposti sull’utilizzo di argilla o pomice e perlite per drenare il terreno delle piante aromatiche.
Ora volendo approntare una vasca di 1,50 m cmx50x50 pensavo di utilizzarne uno dei due. Premetto che le altre piante aromatiche sono in vasi 50cmx50 in terriccio apposito x piante aromatiche e godono tutte di ottima salute.
Altra domanda: ma la pomice non dovrebbe essere bianca? Ho acquistato della pomice presso un vivaio e quando ho aperto il sacco il contenuto era di colore marrone a scaglie. Ma esistono vari tipi di pomice?
Grazie
(Katia)

Risposta

Ciao Katia,
coltivare i propri aromi sul balcone è una vera fortuna…specialmente se poi li utilizzerai come ingredienti per la tua cucina!
Riguardo all’utilizzo di materiali drenanti il terriccio – come pomice, argilla espansa o perlite – ti dico che, per mia esperienza non devono essere aggiunti alla terra in grandi quantità, ma solo leggermente e se il terreno di coltura risulti essere particolarmente compatto, e non credo sia il caso dei terricci che si acquistano nei sacchi al consorzio agrario.
Riguardo alla pomice invece – essendo essa una roccia vulcanica di origine effusiva – il colore della stessa può variare da chiaro a scuro in base alla natura delle roccia, quindi puoi trovare pomici sia chiare che scure.
Salute e buoni aromi.

Aromatiche1Le piante aromatiche sono il primo passo per per avere un piccolo-orto giardino. Oltre ad essere esteticamente gradevoli, sono indispensabili per caratterizzare i piatti con profumi e aromi particolari. L’ideale è creare una piccola collezione di aromatiche per avere la possibilità di imparare a conoscerle da vicino, apprezzando le qualità olfattive e organolettiche di ciascuna. Inizialmente per orientarci nel riconoscimento sarà sufficiente mettere vicino ad ogni nuova pianta, un cartellino in legno (io li ho creati con del semplice compensato) con su scritto il nome con un pennarello indelebile.

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Salve,
ho 60 anni e vivo in campagna, a Vicopisano (PI), di professione sono ragioniera.
Ho trapiantato 4 piante di kiwi di cui 1 maschio e 3 femmine, da circa 1 mese le femmine sono germogliate, ma il maschio comincia a mettere le foglie gialle,nonostante sia annaffiato regolarmente, cosa puo’ essere successo?
Ho provato a mettere del concime a base di ferro nel terreno circostante, può essere esatto?
Inoltre vorrei sapere se le femmine risentiranno di questo problema e come posso intervenire.
saluti
(Lidia – Pisa)

Risposta

Ciao Lidia,
bel rilassamento coltivare piante…fuori dal tuo ufficio di ragioniera, complimenti!
Il kiwi è una pianta abbastanza rustica, cioè facilmente coltivabile e senza tanti problemi di attecchimento. Se le quattro femmine non riportano problemi di sorta sembrerebbe che la questione riguardi solo la pianta maschio; da come lo descrivi sembrerebbe che essa abbia le radici costipate in un terreno duro, ovvero poco fertile e che per questo sviluppa foglie piccole e clorotiche – gialle – oppure è la stessa pianta che geneticamente ha dei problemi e allora la dovrai sostituire con un’altra. Quando hai fatto il trapianto hai aperto delle buche accoglienti con terra soffice ammorbidita da terriccio e concimata con stallatico maturo? Il concime a base di ferro aiuta di certo la tua pianta a vegetare meglio ma di base iniziale la pianta dovrà trovare terreno fertile e accogliente intorno alle radici, forse anche le irrigazioni che fornisci ad esso possono causare ristagni idrici e far ingiallire le foglie. Se l’impianto non è stato fatto a regola d’arte è probabile che anche le piante femmina possono in futuro risentire di tale problema…non ti scoraggiare, sei sempre in tempo per rifare l’impianto in maniera adeguata! Per la coltivazione del kiwi ti suggerisco la lettura dell’articolo che trovi nel link.
Salute e buoni kiwi.

Buon giorno,
sono nuovo nel forum, mi chiamo andrea, ho 33 anni e abito a Treviso, mi appassionano gli agrumi, possiedo 13 piante di limoni e 4 di arance, sono 5 anni che le coltivo e sono molto attaccato ad esse. Quest’inverno ho messo le piante nel solito posto per l’inverno cioè in serra, però per la prima volta hanno perso tutte le foglie e sono molto desolato, mi hanno detto che non c’era ricircolo d’aria e per questo hanno perso le foglie.. voi cosa dite?
grazie per la vostra attenzione.
(Andrea – Treviso)

Risposta

Ciao Andrea,
benvenuto nel sito in-orto!
In generale quando le piante perdono le foglie – ancora verdi – significa che stanno subendo uno stress: mancanza di acqua o eccesso, mancanza d’aria, temperature elevate o troppo basse. Nel momento in cui si ricoverano gli agrumi in serra – autunno inverno – l’attività vegetativa si riduce e le piante passano da un ambiente di sicuro più areato e fresco ad uno più caldo, con meno disposizione d’aria. Le cause della perdita delle foglie quindi è da attribuire a una minore circolazione d’aria o magari anche a irrigazioni troppo frequenti. Quindi per il prossimo ricovero cerca di tenere le finestre della serra aperte durante il giorno – se le temperature lo consentono – e dai loro l’acqua necessaria senza esagerare. Vedrai però che adesso le tue piante non tarderanno a rimettere le loro belle foglie verdi lucenti.
Per altre informazioni sulla coltivazione di agrumi, leggi pure questo articolo!
Salute e buon orto.

Salve,
sono uno sceneggiatore, vignettista, allenatore di calcio ed ora entusiasta neofita dell’orto, dispongo di quantità industriali di segatura e cippato che spesso devo gettare.
Come sfruttarli in terricciati e pacciamature?
Grazie a chi volesse rispondermi.
(Pasquettoni)

Risposta

Salve,
il materiale che hai a disposizione è molto prezioso per tanti utilizzi, compresi la pacciamatura, ma attenzione però alla natura del legno di partenza, se il legname è di conifera: abete, pino, cipresso, duglasia, la segatura di risulta sarà molto acidificante il terreno e per questo potrebbe ostacolare la crescita delle piante presenti – se non di natura acidofila; altrettanta attenzione anche ai legnami trattati con impregnanti e vernici chimiche in generale…ostacolano il compostaggio e limitano la vita nella terra. Una volta accertate le origini della segatura potresti utilizzarla come ingrediente del tuo cumulo del compost inserendola in maniera graduale e ben mischiata agli altri ingredienti, specialmente accanto ai materiali molto umidi e ricchi di azoto: es gli scarti alimentari della cucina, in quanto la segatura apporta tanto carbonio e ha capacità di assorbire l’umidità in eccesso nel cumulo. Potresti anche pensare di allestire due cumuli, uno fatto con la segatura acidificante, per fare un terriccio specifico per piante acidofile. Le segature di legno trattato le potrai smaltire in regolari discariche.
Salute e buon compost!

Salve,
sono di Barletta e faccio il salumiere…mi piacerebbe coltivare un’orto.
Ho un piccolo terreno che si affaccia sul mare e negli ultimi anni la marea mi ha inondato diverse volte il terreno del mio giardino, oltre questo lo spazio, essendo libero lo usavamo come parcheggio per le nostre auto e quindi ne deduco che si sia compattato, presumo che il probema più grave però sia il sale che il mare ha lasciato nel terreno; la mia domanda quindi è: posso recuperare questo terreno per coltivarlo e se si, come? Dimenticavo di dirvi che il mio terreno non è sabbioso come potrebbe, essendo vicino al mare, mio padre ci mise sopra terra di riporto.
Grazie tante.
(Luciano)

Risposta

Ciao Luciano,
la situazione che ci descrivi è molto chiara come anche la tua passione per la coltivazione dell’orto.
La questione del compattamento del terreno, fatto ad opera delle auto, è risolvibile facilmente dissodandolo con delle lavorazioni specifiche quali, la vangatura e la fresatura poi. La questione delle mareggiate invece è il limite più grande per le colture, anche perché ne basta solo una per rovinare sia le colture in atto e anche limitare quelle future per il deposito di sale che rimane a terra. A mio giudizio la cosa migliore sarebbe quella di allestire l’orto in una zona esclusa dall’arrivo delle mareggiate, almeno quelle di entità più frequenti; per elevare le colture dal contatto diretto con la terra influenzata dalla falda acquifera salata una soluzione anche esteticamente valida potrebbe essere quella di coltivare l’orto in cassoni, come puoi vedere nell’articolo che hai nel link…siamo sicuri che riuscirai a coltivare l’orto anche in faccia al mare!
Salute e buon orto!

Salve,
sono un pensionato di 80 anni, Fiorentino , laureato in economia e, 20 anni orsono ho piantato in giardino una pianda di giuggiolo, che però, da 5/6 anni non mi fa mangiare i frutti che mi piacciono molto, in quanto ogni frutto ha un baco!
Che cosa potrà essere e che rimedi attuare?
Grazie
(Piero – Firenze)

Risposta

Salve Piero,
bellissima la pianta del giuggiolo: l’architettura della chioma, le sue foglie gialle d’autunno e i frutti dolci!
Riguardo a quanto ci racconti è molto probabile che il responsabile del danno provocato alle tue giuggiole sia una mosca della frutta, in particolare quella specifica sulla pianta del giuggiolo si chiama – Crapomia vesuviana costa.
L’adulto di questa mosca depone – in estate – le uova nella polpa fresca del frutto all’interno dalla quale si sviluppa la larva, dalla quale poi esce – in autunno – l’adulto lasciando il tipico forellino circolare sulla superficie del frutto. Per contrastare questo insetto in maniera biologica potresti allestire sulla pianta delle trappole a feromoni – (un attrattivo sessuale della mosca) che riesce a prendere l’adulto in fase di volo prima che deponga il suo uovo.Le trappole per la cattura le puoi acquistare direttamente nei consorzi agrari della tua zona, per sicurezza di riconoscimento dell’insetto spiega anche direttamente al tecnico incaricato dal consorzio che ti consiglierà come e quando predisporre la trappola sulla pianta.
Salute e buona caccia alla mosca!

Ciao,
ho un limone in vaso che, per motivi di spazio, devo tenere in veranda. Posso aprire le vetrate ma comunque rimane all’ interno. Potra’ fare i frutti lo stesso, non so come funziona l’impollinazione!
Grazie, ciao!
(Daniela)

Risposta

Ciao Daniela,
L’impollinazione naturale degli agrumi avviene tramite l’azione di insetti come api e bombi che, andando a bottinare – cioè raccogliere – il nettare, trasportano anche da fiore in fiore il polline favorendo così la fecondazione dei fiori e la produzione dei frutti.

Quindi,se ricoveri la tua pianta di limone in veranda è necessario comunque tenere aperte le vetrate affinché ci sia la necessaria circolazione d’aria oltre a dare la possibilità di far entrare gli insetti impollinatori.

Salute e buoni frutti!

Salve,
ho 53 anni, sono un libero professionista, abito una casa nuova da due anni,con un piccolo orto – giardino pensile, l’anno scorso ho cresciuto dei pomodori che hanno preso la “malattia”, come la chiamano in piemonte, cioè sono comparse macchie nere tipo livido e poi sono morti… Mi e’ andata bene invece con i peperoncini tondi e quelli piccanti e tre piccole melanzane, adesso sono tutti in vasetti sott’olio. Mi piacerebbe coltivare un orto-giardino, alcune idee le ho già prese da un articolo, ma come fare con i miei adorati pomodori?
Grazie
(Laura – Piemonte)

Risposta

Salve Laura,
quello che i tuoi amici piemontesi chiamano la “malattia” è sicuramente la Peronospora, una patologia causata da un fungo patogeno delle piante. Potrai di certo avere i tuoi bei pomodori var. Fiorentini – come ci invii nella foto –
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se previeni l’insorgere della malattia della peronospora</strong> seguendo bene le indicazioni che trovi scritto in questo dettagliato articolo, vedrai che farai un orto-giardino bellissimo e…gustoso!
Salute e buon orto.

Salve,
sono un ortista principiante di Milano, ho un piccolo orto e da quando sono in pensione ho deciso di dedicargli un po’ di tempo.
Tre anni fa piantai un albicocco che aveva già due anni, per cui adesso dovrebbe averne cinque in totale.
E’ diventato molto grande e tutti gli anni fiorisce meravigliosamente ma non ha mai dato frutti.
E’ l’unica pianta di albicocche presente nell’orto e mi hanno detto che probabilmente non è autofertile, per questo dovrei mettere vicino almeno un’altra pianta, può essere vero questo, e se si, come faccio a sapere che altra pianta mettere se non conosco il nome di quella che ho piantato? L’orto si trova a Casarsa della Delizia in Friuli.
Grazie
(Enzo M. – Milano)

Risposta

Salve Enzo,
la pianta dell’albicocco – Prunus armeniaca – è , fra le comuni piante da frutto, quella a fruttificazione più bizzarra, spesso non molto costante negli anni.
Le diverse varietà di albicocco si dividono in autofertili – piante dove i fiori sono autonomi nella produzione di polline – e piante non autofertili – piante cioè che hanno bisogno di altri soggetti impollinatori esterni; un esempio: la varietà “Bella d’Imola” è autofertile e matura i frutti a fine giugno, mentre la varietà “Aurora” necessita di impollinatori esterni come Var. “Bella d’Imola” o Var. “Portici”. La scelta dell’impollinatore dipende dall’epoca della fioritura in quanto devono coincidere fra impollinatore e pianta madre. Potresti riuscire a conoscere la varietà che hai piantato chiedendo al vivaista che te l’ha venduta tre anni fa, magari aiutandolo nella ricerca osservando l’epoca precisa di fioritura del tuo albicocco, in questo modo potrai associare a esso il suo soggetto impollinatore preciso.
Salute e buone albicocche.

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