Salve,
sono un’amante del mondo agricolo. Lavoro in un ufficio pubblico ma il mio tempo libero lo passo nei miei due orti. La cosa mi piace ed è diventata la mia palestra, mi scarica la testa.
Lavoro un campo dove quest’anno ho seminato patate e mais, il terreno mi sembra stanco anche se in primavera ho messo letame. Ho comprato della senape per effettuare il sovescio. Quando si deve seminare? Adesso in autunno o in primavera? Dimenticavo di dire che vivo vicino ad Aosta in una zona che in inverno ha poco sole. Grazie.
(Nelly – Aosta)

Risposta

Salve Nelly,
la tua storia, che si svolge fra ufficio e orto ci intriga molto…è proprio vero quello che dici, zappare e seminare poi scarica affatica il corpo e scarica la mente…
La senape bianca – Sinapsis alba L. o Brassica nigra Koch, la senape nera invece sono due specie erbacee a ciclo breve che si seminano in primavera, per vederle fiorire in inizio estate e sovesciare poi. Le due piante puoi anche utilizzare come foraggio per l’alimentazione animale o anche per produrre seme dal quale estrarre olio, tante opportunità insomma.
Spediscici le foto del tuo bel campo fiorito di giallo, se vuoi, quando sarà il momento.
Salute e buon orto…che scarica la mente!

Salve, sono un informatico,
ma con una grandissima passione per l’agricoltura (oggi ho con i miei tre figli una masseria didattica) dove alleviamo cavalli lipizzani ed asini di Martina Franca.
Quanti semi di cece vanno messi in una singola buca (per le fave 3 o 4) e, soprattutto, dove posso comprare il seme (anche neri), fave e cicerchie da piantare, avendo la certezza che il prodotto sia ottimo? Grazie
(Francesco)

Risposta

Ciao Francesco,
la tua passione per l’agricoltura è contagiosa, grazie per manifestarcela!
Per la semina dei ceci – vedi articolo nel link – ti suggerisco di mettere i semi al massimo in coppia, non di più, allestendo la semina nei solchi invece che nelle buche. Per essere sicuro della bontà dei semi per la propagazione ti suggerisco di rivolgerti – per acquistare il materiale di propagazione – a delle aziende che producono direttamente il prodotto, per questo ti lascio l’indirizzo di una azienda specializzata nella produzione di legumi – ecco il link.
Quando e se hai voglia parlaci della tua fattoria didattica, siamo molto interessati!
Salute e buon orto.

Buongiorno Signori!
Sono un giovane agricoltore in erba, che ha ereditato un fazzolettino di terra dal nonno, composto di due minuscoli poderini e che, cocciutamente, non vuol svendere al mercato e resiste sulle barricate agricole della Pianura Padana.
Sto cercando di passare al biologico, o a metodi naturali, che per il momento sto usando nell’ orto.
Vorrei sapere se l’estratto di pomodoro, per combattere la cavolaia , si può conservare anche per i mesi a venire, quando le piante del pomodoro non ci saranno più, ma le cavolaie si. Mi consigliate pure di mettere la rete sopra i cavoli, crauti, verze, et cet.., con gli archetti? Attendo lumi! Grazie.
(Agricoltore in Erba – Pianura Padana)

Risposta

Ciao,
grazie per raccontarci la tua storia, che ci affascina molto…le barricate agricole evocano belle immagini!
Fai bene ad iniziare nell’orto, che si coltiva per il piacere personale e dei propri cari.
L’estratto di pomodoro – vedi articolo nel link – è un macerato verde in acqua, quindi lo si può certo conservare nel tempo congelandolo adesso per scongelarlo poi all’occorrenza.
Comunque volendo utilizzare un prodotto biologico per la lotta alla cavolaia potresti provare il Bacillus Thuringiensis – un rimedio biologico specifico per i soli lepidotteri che non danneggia gli insetti impollinatori come bombi e api; in questo modo puoi anche ritenerti libero da ingombranti e inestetiche reti protettive. W i cavoli liberi e le barricate agricole!
Salute e buon orto!

Buongiorno,
come posso realizzare le mie talee di rovo, una volta potata la piantina di more, per poter far germogliare i rami tagliati li devo mettere nell’acqua oppure nel terreno?
Grazie.
(Gino)

Risposta

Ciao Gino,
la produzione di nuove piante tramite talee – come vedi nel video che trovi nel link – è una pratica affascinante, veder spuntare nuove radici da un semplice pezzo di ramo è quasi una magia. Il rovo poi è una pianta che ben si presta a questa pratica ma, invece di mettere a radicare le piantine direttamente nel terreno, potresti prima farle radicare nei vasi – come hai visto fare nel video per il rosmarino – e poi a primavera trapiantare le nuove piantine a terra, sei più sicuro così del risultato, in quanto metti nel terreno delle piantine che hanno pronte le radici nella stagione migliore per crescere, la primavera!
Salute e buon orto!

Salve,
quest’anno ho trasformato l’allevamento delle mie 10 viti di uva da tavola da cordone speronato a pergola a tralcio rinnovato, tipo pergola trentina.
Le viti hanno sviluppato 3 o 4 tralci ognuna e 1 di questi (per ogni pianta) ha prodotto qualche grappolo di uva soltanto alla base. La mia domanda è questa: il prossimo anno, al momento della potatura invernale, lo devo eliminare il tralcio che (ripeto) ha prodotto solo alla base, oppure lo mantengo come capo a frutto e sperono gli altri per il rinnovo? Vi ringrazio anticipatamente e rimango in attesa di risposta.
(Gianni – Firenze)

Risposta

 

Ciao Gianni,
nel caso di allevamento di vite a tralcio rinnovato è necessario che tu elimini il vecchio cordone che ha fruttificato e che tu lo rinnovi con un nuovo tralcio – quello nato quest’anno dallo sperone lasciato l’anno precedente. Se però la vite ha fruttificato solo sulle gemme più prossime alla vite madre è probabilmente necessario che tu – con la potatura invernale -tu selezioni un numero di gemme inferiori, per non sfruttare troppo la pianta, oppure concimandola più abbondantemente per la stagione successiva.
Spero di essermi spiegato, in caso contrario non esitare a ricontattarci.
Salute e buon orto.

Salve,
sono un vecchietto di 62 anni e per passione mi occupo di giardinaggio, avendo un pezzetto di terreno di circa 600 mq.vicino casa mia.
Abito a Scalea in provincia di Cosenza, lavoro ancora come artigiatno nel settore trasporti.

Siccome vorrei fare una bella piantagione di more, un solco di circa 30 metri, volevo sapere se è giusto, come mi è stato detto, che i rami potati bisogna metterli nell’acqua e aspettare che crescono le radici.

Vi allego due foto, nella prima foto ci sono due piante che hanno incominciato a fruttificare da metà luglio fino a metà agosto e adesso si sono seccate:

GINO-MORE2

L’altra foto invece si sono caricate tantissimo ma sono rimaste rosse e piccole e già  a luglio hanno incominciato a seccare, però sotto ci sono tanti rami nuovi senza frutto:

GINO-MORE

Chiedo un consiglio: se potando queste piante posso ripiantarle in un’altro terreno e che concime devo usare, perchè fino adesso non ho mai messo concime.
Grazie.
(Gino – Cosenza)

Risposta

Ciao Gino,
che bella la tua passione parallela al tuo lavoro…tutta salute!
Dalle foto che ci invii si capisce bene che le tue piante di more sono – seccate in pianta – ovvero hanno subito un attacco da parte di un patogeno fungino – Peronospora o Verticillum – che ne ha seccato i rami e le foglie, adesso però alcune piante hanno iniziato a rimettere rami nuovi dalla ceppaia che è rimasta viva. Per questo ti suggerisco di:
1- eliminare tutti i rami secchi delle piante ancora vive, lasciando i verdi
2 – eliminare alla radice tutte le piante secche
3 – trattare con poltiglia bordolese le piante verdi come prevenzione a nuovi attacchi fungini
4 – scava adesso il tuo nuovo solco di trenta metri mischiando alla terra dello stallatico maturo
5 – in novembre effettua il nuovo trapianto nel solco già pronto.
6 – nelle stagioni vegetative di primavera e autunno, quando i patogeni fungini sono più attivi, farei un piano di trattamenti preventivi con poltiglia bordolese…uno ogni 15 / 20 giorni.
Vedrai che riuscirai a mangiare delle belle more carnose, tienici aggiornati!
Salute e buon orto.

Salve, ho un terreno di 1000 mq in Abruzzo, su una zona collinare (300 mt sul livello del mare) in una posizione molto assolata, a 10 km dal mare e 30km dalla montagna. Vorrei sfruttarlo in qualche modo ma non essendo esperto in materia, vorrei qualche consiglio.
Grazie in anticipo per la risposta.
(Luca – Abruzzo)

Risposta

Ciao Luca,
lo sfruttamento dei terreni agricoli incolti è un tema molto affrontato in questo sito: in-orto, tante persone come te ci chiedono consigli a riguardo, sia a scopi economici sia per motivi hobbistici.
Il tuo terreno, così situato e di quell’estensione, mi sembra perfetto per essere coltivato ad orto e frutteto familiare, un luogo cioè di produzione biologica di frutta e verdura per te e i tuoi cari.
Per la progettazione di un orto ordinato ti invito a leggere l’articolo che vedi postato nel link. Oppure, per una risposta più esaustiva, consulta nelle tua zona un tecnico specializzato nella progettazione degli spazi verdi – architetto paesaggista o agronomo – per avere un consiglio più pratico o un’ipotesi di progetto a riguardo.
Tienici aggiornati sugli sviluppi futuri!
Salute e buon orto.

Salve,
dopo una vita passata a viaggiare e parlare tante lingue mi sono fermato adesso a casa a coltivare il mio orto, per l’auto consumo; da anni coltivo anche le patate ma quest’anno stanno marcendo tutte dopo la raccolta, presentano zone nere e con muffa. Vorrei che rimanessero intatte almeno fino alla prossima estate. Cosa mi consigli di fare?
Grazie
(Carlo)

Risposta

Ciao Carlo,
le patate che ti stanno marcendo sono attaccate da dei patogeni fungini che penetrano nel tubero grazie a delle ferite – anche piccolissime – che ci sono sulla buccia, causate anche durante l’operazione della raccolta.
Per questo ti suggerisco quanto segue:
1 – Elimina dal mucchio tutte le patate marce e evidentemente ferite, buttale via se irrecuperabili altrimenti scattivale per poi consumerle a breve
2 – se le patate ferite sono tante allora sezionale con un coltello e lasciale asciugare all’aria per far si che riformino una nuova buccia che le permette di conservarsi
3 – le patate sane conservale in delle cassette adatte – arieggiate – in luoghi asciutti e disponendole in un singolo strato, per evitare al massimo il pericolo di insorgenza di patologie fungine.
Ci fai sapere se risolvi il problema? Grazie!
Salute e buon orto.

Salve mi chiamo Alvaro,
è la seconda volta che vi scrivo, spero in un vostro aiuto grazie.
Questa volta si tratta di pomodori, quando li raccolgo trovo alcuni di essi bucati, di cosa si tratta, cosa devo fare per evitare questo problema? E se devo fare una disinfestazione quando la devo fare, quando i pomodori sono in fiore, appena compaiono i primi frutti e che prodotto devo usare?
Ecco la foto:

ALVARO - POMODORO BUCATO

Grazie gentilissimi come sempre!
(Alvaro)

Risposta

Ciao Alvaro,
benvenuto per la seconda volta allora e grazie per la bella foto che ci spedisci – molto chiara – allora volentieri ti diamo una mano a capire.
Il danno che ritrovi sui tuoi pomodori è molto probabilmente causato dall’azione di insetti differenti il primo è la Tuta absoluta, la tignola del pomodoro – una farfallina minatrice del pomodoro che da larva scava gallerie nelle foglie, nel fusto e nel frutto del pomodoro, causando ferite nel frutto che possono essere allargate da altri insetti come vespe, mosche ecc. che ne allargano il foro per cibarsi della polpa matura. Ti suggerisco per questo di sezionare il frutto attaccato per verificare il suo stato all’interno e vedere se c’è la presenza di gallerie di scavo o insetti. Come rimedio biologici a tale insetto ti suggerisco:
1 – la cattura di massa – esistono in commercio delle trappole con dei prodotti da inserire dentro, i feromoni, che attraggono gli adulti in volo.
2 – l’aspersione di un insetticida biologico specifico per i lepidotteri che si chiama bacillus thuringensis, da dare su tutta la pianta in ogni momento del suo sviluppo.
Spero di aver fatto luce sul caso, ci fai sapere poi come si sviluppa la questione in futuro, grazie.
Salute e buon orto.

Salve,
sono un nuovo iscritto, vivo in sicilia, e da un po’ di tempo mi sono dedicato alla semina di ortaggi e devo dire che per essere un principiante ho ottenuto degli ottimi risultati, ma c’è tanto da imparare!
Volevo chiedere, i miei peperoni presentano delle strane macchie, non so se si tratta di qualche malattia fungina oppure il forte sole che in questi giorni in sicilia si è fatto sentire in maniera eccessiva,
grazie, allego la foto!

ALVARO - PEPERONE

(Alvaro – Sicilia)

Risposta

Salve Alvaro,
si hai ragione, c’è sempre tanto da imparare, specialmente quando abbiamo a che fare con la natura!
Riguardo ai tuoi peperoni macchiati – come si vede nella foto – la causa può essere duplice: uno scottatura del frutto da parte del troppo sole oppure uno squilibrio di crescita dovuto a eccesso e/o carenza di acqua nelle irrigazioni; per ovviare a tale disagio ti suggerisco di proteggere le tue piante con del telo ombreggiante e di irrigarle in maniera regolare, non facendo mai risentire ne la troppa aridità ne la troppa abbondanza d’acqua. Nel tuo caso poi ti consiglio di raccogliere i frutti così ridotti e di consumarli ugualmente scattivandone la parte marcia..del proprio orto non si butta via nulla!
Salute e buon orto.

© 2021 Bonduelle InOrto