Salve,
sono un pensionato e vivo a Bologna.
Ho una casina in alta collina con qualche albero da frutta in giardino,
da circa 3 anni il ciliegio, non perde le foglie secche in inverno.
Quale può essere la causa e cosa posso fare?
Grazie.
(Antonio – Bologna)

Risposta

Ciao Antonio,
la questione che ci poni è curiosa e stimola molto la nostra curiosità.
Ragionando a “voce alta” ti dico che il ciliegio, essendo pianta caducifoglia, è obbligato a far cadere tutto il folgliame, durante tutto il periodo invernale, di sicuro prima che la pianta le ricostituisca le nuove, in primavera; è un passaggio obbligato, nel senso che la pianta non può tenere su di se foglie degli anni precedenti e foglie nuove.
Se la pianta invece è da tre anni che non perde le foglie e non le rimette di conseguenza, significa che la stessa è seccata, nel caso ti suggerisco di sostituirla con una nuova e adesso è proprio la stagione adatta a fare il cambio.
Salute e buon orto.

Salve,
ho notato che le cime di rapa che ho nell’orto, sia quelle rinate sul posto da seme caduto lo scorso ciclo vegetativo, come anche quelle seminate di nuovo, per la produzione della “testa” bulbo – varietà palla di neve e col letto viola, presentano per la maggior parte, foglie ingiallite, che deunciano quindi clorotiche.
Mi e’ stato detto che e’ insufficienza di ferro nel terreno; come posso riequilibrare il terreno piu’ naturalmente possibile?
Grazie.
(Gigliola – Recanati)

Risposta

Ciao Gigliola,
le rape sono proprio un ortaggio veramente sano e saporito, e poi si possono consumare sia le foglie come i fiori e anche la radice…la testa appunto.
Capita spesso che quando si fa una semina troppo fitta delle rape, o altri ortaggi, le piantine crescendo troppo vicine l’una all’altra si sviluppano con un’alta concorrenza far di loro sia per il cibo – ferro, azoto, potassio, ecc, ecc – che le risorse non bastano, e le foglie quindi sono come le descrivi tu. Per ovviare al problema potresti innanzitutto diradare le piantine nate e dare modo loro di svilupparsi nella giusta densità, poi vedrai che crescendo la siuazione migliora. Come prodotti biologici da fornire alla terra in copertura – ti suggerisco di non dare niente, nel senso che prodotti anche biologici possono bruciare le giovani piantine, che hanno apparati radicali ancora piccoli.
Per saperne di più, sulla semina delle rape, leggi pure l’articolo che trovi nel link.
Salute e buon orto.

Salve,
sono una mamma di 34 anni; avendo due bambini: uno di 10 e la piccolina di 15 mesi, cerco di stare molto attenta alla frutta e le verdure che do loro da mangiare…ma rendendomi conto che la verdura e la frutta acquistata è piena di pesticidi dannosi, da sempre desideravo riuscire a fare un piccolo orto.
Essendomi trasferita da poco nella mia casa in campagna, ho voluto provare a coltivare un pezzettino di terra,
(essendo la prima volta ho voluto fare in piccolo)…così ¬ in primavera di quest’anno ho comprato diverse piantine.
Mio marito inizialmente era scettico…ma dopo tanto amore, pazienza e sacrificio da parte mia, si è dovuto ricredere, quando mi ha visto raccogliere kili e kili di pomodori, zucchine, melanzane, ecc…il tutto,tra l altro,in maniera totalmente naturale,senza l’utilizzo di NULLA.
Io, guardavo le mie piante con i frutti crescere e letteralmente mi emozionavo, (da sempre è stato il mio sogno, soprattutto, l’orgoglio che ho provato nello svezzare mia figlia con la MIA VERDURA NATURALE!!
I pomodori, a un certo punto, (dopo comunque tanta raccolta),non erano più gli stessi, nel senso che non avevano più il succo, ed esternamente avevano delle striature gialle e ammaccature scure…sovente, mi capitava di vedere sulle piante delle cimici, quindi ho dedotto fossero state loro.
Esiste un rimedio naturale per evitare tutto questo il prossimo anno? Poi un’altra domanda…esiste un composto fai da te o comuque naturale come pesticida? I fagiolini di mia suocera quest estate sono stati intaccati dal cosiddetto “pidocchio”.
Grazie per l’attenzione e buona serata.
(Stefania)

Risposta

Ciao Stefania,
grazie davvero per il bel racconto che ci scrivi, una storia di vero amore a tutto tondo e impegno quotidiano.
Vengo subito al dunque.
I tuoi pomodori saranno attaccati molto probabilmente dalla Cimice Verde – Nezara Viridula – vedi la foto linkata, e cioè la classica cimice che poi quando inizia il freddo autunnale si rifugia anche dentro le nostre abitazioni.
L’insetto prolifera nella stagione calda, primavera/estate, riproducendosi e svernando poi nelle situazioni di terreni incolti, dove c’è tanta erba alta.
Il primo passo per una buona prevenzione quindi sarebbe quello di tenere sempre ben pulito sia l’orto che i confini esterni, se possibile, per disturbare l’ambiente favorevole alla cimice. Poi ti suggerisco di attuare un piano di lotta diretta all’insetto andando a colpire direttamente l’adulto con insetticidi naturali a base di piretroidi e olio di neem – vedi l’articolo nel link – facendo attenzione ad usarli in quanto l’olio di neem – consulta l’articolo linkato – e il piretro sono efficaci anche sugli insetti non dannosi all’orto. Per contenere invece l’azione degli afidi sui fagiolini è utile utilizzare questo prodotto aficida biologico – vedi l’articolo nel link.
Salute e buon orto.

Sono Biagio,
vivo a Roma ma nato in Australia, ho lavorato per la Land Rover Italia per oltre 30 anni e da poco sono pensionato.
Ho preso, da poco, un orto urbano di 50 mq ed avrei bisogno di quanche consiglio con riferimento al compost.
Da quanche giorno il C.D.A. ha deciso di vietare di buttare i rifiuti dell’orto, nella compstiera unica in quanto di difficile manutenzione.
Dato che è proibito smaltire grande quantità di rifiuti biologici nei cassonetti condominiali, mi chiedevo se fosse possibile utililizzare i residui degli ortaggi coltivati (broccoli, pomodori, insalate, ecc) da utilizzare direttamente nel terreno come compost.
Grazie.
(Biagio – Roma)

Risposta

Ciao Biagio,
la soluzione migliore sarebbe quella di fare una mini compostiera direttamente nel tuo orto, se l’amministrazione te lo permette. Altrimenti, immettere direttamente nel terreno scarti vegetali freschi non ti permette di fare un buon lavoro, ne dal punto di vista della concimazione, perchè i residui organici devono prima trasformarsi in humus grazie a processi biochimici che si attivano solo quando tutti gli scarti sono riuniti nella compostiera, in determinate condizioni ambientali, di temperatura ed umidità, ne da un punto di vista pratico estetico in quanto i singoli residui di ortaggi rimarrebbero sparsi nella terra dell’orto, creando così anche ostacolo alle successive coltivazioni.
Quello che tu chiami sovescio – vedi l’articolo che trovi nel link – è una pratica d’interramento di piante specifiche coltivate direttamente nella terra dell’orto, messa a riposo e quindi in superfici di una certa dimensione, e che successivamente vengono mischiate nella terra tramite macchine agricole come ad esempio una fresa che sminuzzano al massimo il residuo vegetale ancora verde. La soluzione per il tuo orto di dimensioni contenute è di usare direttamente nella terra il terriccio e/o stallatico già maturo, pronto all’uso cioè.
Salute e buon orto.

Salve,
sono un pensionato, da tre anni ho preso in gestione l’orto di casa, usando l’ortica e l’equiseto come concime e con buoni risultati, abito a Mantova nella periferia, zona industriale.
Ho della farina di basalto, il mio orto e di 10 metri quadri, la mia domanda è: come va distribuita sul terreno?
Ho delle verze del radicchio, finocchio, dove e come lo dovrò distribuire?
Grazie.
(Giovanni – Mantova)

Risposta

Ciao Giovanni,
che piacere sentire il racconto del tuo oro biologico!
Le farine di roccia – di varia natura – come vedi nell’articolo qui linkato, sono utilizzate proficuamente in agricoltura come fertilizzanti, integratori, antiparassitari, ecc ecc.
La modalità di distribuzione è quella di farlo in maniera “omeopatica”, cioè distribuendo un velo sottile su tutta la superficie del terreno e rivoltare la terra poi, per far si che venga integrata bene all’interno, questo come fertilizzante.
Comunque sulla confezione della polvere ci dovrebbe essere scritta anche la quantità e modalità di conferimento nel terreno.
Salute e buon orto.

Salve,
ho cominciato da poco la mia avventura nell’orto e ho notato che le mie piante da frutto, mai trattate, hanno tante malattie, che spiegherebbero come mai non ho quasi mai il piacere di raccogliere frutti, dalle me piante.
Non vorrei intervenire con trattamenti chimici perchè, soprattutto per il melo, voglio fare la marmellata bio.
Quali possono essere i rimedi naturali a cui ricorrere?
Ho usato acqua e bicarbonato in bottiglia, devo usare altro?
Grazie per l’attenzione.
(Dora)

Risposta

Ciao Dora,
il tuo intento di coltivare Bio è proprio in linea con la filosofia, pratica, di in-orto.
Innanzitutto sarebbe necessario sapere che problema hanno i tuoi frutti e comunque il suggerimento che ti diamo, come prevenzione alle malattie fungine che possono attaccare le tue piante è quello di trattarle, anche in autunno e inverno, appena cadute le foglie e direttamente sul legno spoglio della pianta, e in primavera prima della fioritura e dopo l’allegagione dei frutti, con la poltiglia bordolese – guarda il video nel link – che è un vero toccasana, biologico, per tutte le piante dell’orto.
Tienici aggiornati!
Salute e buon orto.

Buongiorno!
Mi chiamo Katia, abito a Pratolungo, piccola frazione di Vinadio in provincia di Cuneo.
Ho lavorato 12 anni in banca, ed ora gestisco un rifugio in estate e faccio l’atleta professionista in inverno, desidero avere qualche cosa di mio, il rifugio lo affitto…e pensavo di fare un agriturismo, associando ovviamente la coltivazione della terra attorno..
Pratolungo, lo dice il nome stesso, è una frazione piccolina a 980 mslm con molto terreno pianeggiante..e dovessi affittare più terra non avrei problemi.
Avrei bisogno di un suggerimento a riguardo; attualmente sto pensando a coltivare un terreno, di circa 3-4 ettari, tutto pianeggiante, terreno molto sano, pietre e terra, e particolarmente ventilato.
Lascio perdere lo zafferano perchè un amico già lo coltiva poco più giù, a quota 700 mslm, e non voglio fargli concorrenza.
So che dico una stupidaggine, ma tipo il goji, o qualche pianta “particolare” che al momento può essere ben inserita sul mercato, oppure qualche cereale; per quanto riguarda la vendita ti dico che l’avrei praticamente certa, ho un amico che ha un mulino poco distante …grazie!!!
(Katia – Pratolungo Vinadio – Cuneo)

Risposta

Ciao Katia,
grazie per averci raccontato belle cose della tua vita.
Considerato la tue professioni di bancaria e atleta professionista ti suggeriamo innanzitutto di iniziare gradualmente la tua carriera di imprenditrice agricola, magari facendo anche dei corsi di formazione a riguardo e di non iniziare l’avventura da sola ma con l’aiuto di tecnici del settore, agronomi sostanzialmente.
Considerato poi che la tua coltivazione è associata ad un agriturismo secondo noi la direzione da prendere potrebbe essere quella di coltivare prodotti da consumare o comnuque vendere direttamente ai tuoi clienti che ospiterai nella struttura, per questo ci viene in mente: piccoli frutti – lamponi, mirtilli, fragole; il goji si è una bella pianta, ma è una solanacea, parente del peperoncino e a 980 metri di altitudine avrebbe un periodo vegetativo corto. Pensando ai cereali invece potresti avviare la coltivazione di specie antiche di grani, orzo, segale, da far macinare al tuo mulino vicino, per vendere farine multicereali.
Ecco queste nostre idee; ci tieni aggiornati poi sul futuro?
Salute e buon orto.

Ciao,
per favore potreste dirmi quali sono le differenze nei periodi di semina (se ce ne sono) fra aglio bianco e rosso?
La zona del mio orto è in collina fra 300 e 400 mslm in Centro Italia, Grazie.
(Antonio)

Risposta

Ciao Antonio,
parlando di aglio diciamo che esistono tre tipologie principali: Bianco – tardivo, a semina autunnale nel centro Italia. Rosa – precoce, a semina autunnale ma esclusiva o quasi, al sud, dove produce anche un mese in anticipo. Rosso di Sulmona, con caratteristiche intermedie, a semina sempre autunnale, con raccolta a Giugno, ma con l’accortezza di stare attenti a recidere lo scapo fiorale, quando lo forma, altrimenti non forma sotto terra una bella “testa”, compatta di bulbilli.
Quindi semina tutto adesso, insieme!
Salute e buon orto.

Salve,
in autunno ho tolto le coltivazioni estive, pulite aiuole, vangato.
Ora ho lo stallatico equino e non so come metterlo.
Lo devo interrare o lasciarlo in superficie?
Poi l’orto riposerà durante l’inverno.
A primavera come si fa? Si deve rivangare prima di seminare e trapiantare?
Grazie.
(Silvia)

Risposta

Ciao Silvia,
tutto chiaro e giusto quello che ci stai descrivendo.
Per avere un esempio su come eseguire le vangature e concimazione di fondo autunno-invernali ti suggeriamo di aprire il link al video; dopo tale operazione in primavera dovrai solo affinare la terra con una zappatura per poi seminare o trapiantare giovani piantine di ogni genere.
Salute e buon orto.

Buongiorno,
abbiamo circa 80 piante di ulivo di anni 4, in collina, ho notato che buona parte del raccolto, è caduto e sulle piante si è seccato il frutto.
Non ho fatto trattamenti mirati????
Unico trattamento è stato con la poltiglia bordelese, verso agosto inoltrato.
Esperti non lo siamo per questo chiedo se è possibile avere un quadro completo per le varie operazioni e i prodotti da usare per agricoltura Biologica: Autunno,Inverno, Primavera ed Estate.
Grazie della vostra disponibilià e buona giornata.
(Vincenzo)

Ciao Vincenzo,
da come racconti il tuo caso pare che le tue piante abbiano subito un forte attacco di mosca dell’olivo – Bactrocera oleae – che consiste, fra i vari insetti predatori della pianta, quello più temibile in quanto pregiudicante tutto il raccolto.
Volendo fare un calendario delle cure colturali da eseguire sull’olivo ti riporto qua sotto una guida generale che tu adatterai in base anche all’andamento stagionale della tua zona climatica:

Gennaio – Marzo: Potatura, concimazione organo-minerale e trattamenti rameici, post potatura, per impedire la veicolazione di malattie fungine come – l’Occhio di Pavone – Cycloconium oleaginum Cast – o malattie batteriche quale la Rogna – se le piante presentano tali patologie.

Aprile – Maggio – Giugno: Trattamenti a base di Boro, per favorire l’impollinazione e allegagione del frutto, sfavorendo così la cascola sia fiorale che dei frutti.

Luglio – Agosto – Settembre: Monitoraggio della mosca dell’olivo ed eventuali trattamenti con: Caolino – protezione fisica dei frutti dalle punture dell’insetto. Insetticidi biologici quali: spinosad, o olio di neem ecc ecc.

Novembre: Trattamento rameico post raccolta per evitare infezioni fungine nelle ferite.

Ovvio che devi valutare ogni volta le condizioni delle piante per effettuare i trattamenti o meno.
Salute e buon orto.

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