Sono un ragazzo con la passione per l’agricoltura.
Possiedo circa 1 ettaro di terreno in pianura padana (Reggio Emilia).
Stavo pensando a qualche coltura più redditizia rispetto al solito frumento e mais, che ne dici di aglio e/o cipolle?
Magari alternarle in inverno con le crucifere.
Mi potete dare qualche consiglio? Magari anche qualche consorzio a cui fare riferimento.
Grazie, cordiali saluti.
(Daniele – Reggio Emilia)

Risposta

Ciao Daniele,
grazie per comunicarci la tua passione per l’agricoltura…che la passione è sempre contagiosa!
Cero che fai bene a pensare ad alternative colturali sul tuo campo, anche perchè un ettaro per mais e frumento è una superficie piccola, invece pensando alle cipolle, o agli, puoi spunatre sicuramente maggiori guadagni.
Una tipica verietà di cipolla Emiliana e quella che va sotto il nome di Cipolla di Medicina – dai un occhio al sito che trovi nel link.
Riguardo ad un consorzio agricolo emiliano che produce e commercia cipolle, consulta pure il link al sito che trovi qua; altro consiglio che ti do è di affidarti nel tuo viaggio alla consulenza delle associazioni di categoria della tua zona, per avere consigli freschi e specifici per la tua attività nella tua regione.
Tienici aggiornati!
Salute e buon orto.

Salve, sono un’impiegata con il desiderio di coltivare un terreno lasciato in eredità da mio padre.
Scoprire il vostro forum è stato un vero piacere.
Avrei bisogno di un consiglio, ho 6200 mq. a 371 mt. sul livello del mare, il terreno è situato nel parco del Cilento, (precisamente nel comune di Rutino, zona collinare, scoscesa con punti terrazzati.
Avrei intenzione di coltivarlo con piante di fico, anche se l’idea dello zafferano non mi dispiacerebbe.
Spero di essere stata chiara e precisa, attendo vostri consigli e indicazioni.
Ringrazio anticipatamente per l’attenzione.
Cordiali saluti.
(Anna – Rutino – Campania)

Risposta

Ciao Anna,
grazie per la descrizione precisa che fai della tua terra e dei tuoi desideri correlati.
Diciamo che fra le due coltivazioni – fico e zafferano – l’albero da frutto ci sembra quello che meglio può adattarsi al clima e forse anche terra della zona che ci descrivi. Comunque, sia per fico che per qualsiasi altra coltivazione fatta a livello produttivo-professionale, è necessario che tu faccia fare direttamente in loco dei rilievi agronomici del terreno e della stazione in generale per capire se veramente la coltura possa renderti economicamente.
Scegliere anche la varietà giusta da coltivare è un buon punto di partenza, in Campania c’è per esempio il Fico Bianco del Cilento, come D.O.P.
Altro consiglio che ti diamo è quello di valutare tutto l’investimento anche dal punto di vista del mercato, per esempio capire se ti conviene vendere fichi freschi o seccare il prodotto? Per questo contatta anche aziende di trasformazione del prodotto che possono anche acquistare direttamente da te i fichi.
Salute e buon orto.

Salve,
sono un pensionato e mi diletto a coltivare un pezzo di terreno.
In questo periodo ho delle piante di arancio piene di piccole farfalline bianche…penso sia cocciniglia, non vorrei usare veleni cosa devo fare?
(Antonio)

Risposta

Ciao Antonio,
che bello avere tutto il tempo a disposizione per occuparsi della terra…e fai bene a non pensare di avvelenarla.
E’ probabile che l’inseto che attacca il tuo arancio sia una cocciniglia cotonosa, si attacca sui rametti e foglie dell’arancio, producendo forti quantità di melata – sostanza appiccicosa sulle fogle, che possono diventare anche nere di fumaggine, ci confermi?
Per questo ti suggerisco di:
1 – dirada la chioma delle tue piante, se troppo fitte al loro interno, per sfavorire gli insetti da subito, distrubando il loro ambiente, troppo protetto dal fitto della vegetazione.
2 – utilizza un prodotto specifico e biologico per combattere anche le cocciniglie, a ba se di alcool e sapone di marsiglia, come puoi leggere anche nell’articolo che ti ho spedito nel link.
Salute e buon orto.

Salve,
ho un albicocco di 10 anni di età; in questi anni ha fruttificato poco perchè penso che è collocato vicino ad un albero di pioppo e quindi sotto molta ombra.
Ora il pioppo è stato tagliato e l’albicocco ha fatto molti frutti ma i rami sono scarsamente ricchi di foglie e le stesse sono anche piccole ed a volte gli stessi rami sono completamente privi di foglie ma con molti frutti, naturalmente acerbi perchè siamo in Aprile.
Nel mese di febbraio avevo messo un poco di concime, composto, attorno alla pianta..
Sono tanto dispiaciuto vederla con tanti frutti ma con le poche foglie non cresciute.
Chi mi aiuta a risollevare la sorte di questa bella pianta?
Grazie anticipate e saluti.
(Alessandro – Marano Principato – Calabria)

Risposta

Ciao Alessandro,
interpretando la storia della tua pianta di albicocco credo che, se l’insistenza dell’ombra del pioppo è stata talmente forte, adesso da un momento ad un altro – che il pioppo non c’è più – l’albicocco si trova in un ambiente molto differente rispetto a prima – con molta più luce fondamentalmente – e a tale ambiente deve comunque riadattarsi. Può darsi che la minore superficie fogliare che descrivi potrebbe benissimo essere una reazione al nuovo microclima che si è venuto a creare.
Oppure la pianta ha subito un stress che ha bloccato l’accrescimento della crescita, forse dovuto anche allo sforzo nella fruttificazione che sta portando avanti.
In questo momento di cambiamenti credo che la soluzione migliore sia aspettare che la pianta recuperi autonomammente adattandosi alle nuove condizioni ambientali, le piante hanno un sacco di risorse, magari tienici aggiornati anche inviandoci foto dell’albicocco.
Salute e buon orto.

Saluto a tutti,
sono un artigiano edile che, a causa della crisi in edilizia ho deciso di entrare in agricoltura.
Ho comprato 3 ettari di terreni nell’agro di Cerignola (fg), vorrei impiantare un mandorleto, mi potreste dare una mano?
Grazie.
(Oronzo – Agro di Cerignola – Puglia)

Risposta

Ciao Oronzo,
l’impianto di un mandorleto, a scopo produttivo e professionale come intendi tu, prevede attente analisi sia del terreno oggetto d’impianto, come anche valutazioni economiche che riguardano si anche i costi e conduzione dell’impianto come anche i prezzi di vendita del prodotto e sua immissione sul mercato locale…capire cioè chi alla fine saranno gli acquirenti.
La realizzazione di un impianto di mandorleto prevede:
1 – Lavorazioni profonde del terreno, tipo uno scasso, come rippatura o anche aratura profonda. La superficie poi va pareggiata tramite lavorazioni più fini come una fresatura.
2 – Sesto d’impianto: la distanza fre le piante è consigliabile almeno di 5-6 metri una dall’altra, per avere una quantità di circa 250-300 piante per ettaro.
3 – Concimazione di fondo con stallatico maturo per ogni singola buca realizzata
4 – Scelta delle varietà di mandorle: ti suggerisco di utilizzare varietà locali d’acquistare direttamente in vivai di produzione e vendita locale, per avere individui forti per la località considerata, es. le vaietà: Vuttali, Cegliese, Rivezzo, ecc ecc
5 – Irrigazioni: per un buon sviluppo delle piante e poi dei frutti ti suggerisco di considerare anche di fare delle irrigazioni, specialmente nei periodi siccitosi.
Consulta anche le associazioni di categoria, come CIA o Coldiretti della tua zona per avere consigli certamente aggiornati e specifici per la tua zona.
Salute e buon orto.

Salve,
ho 74 anni e sono artigiano marmista, con la fissa dell’orto.
Ho costruito 3 cassoni in legno di dimensioni 170x70x65 cm; pur avendo tanto marmo ho optato per il legno.
Il mio problema è come riempirli per poterci coltivare ortaggi, non riesco a trovare della terra buona e quella che trovo non da garanzia di non essere inquinata, la mia zona Massa Carrara è quasi come Mestre.
Vorrei un consiglio con cosa riempirle:torba e terriccio?
Tenete conto che cercherò di coltivare un pò di tutto, ho anche un orto coltivabile di circa 200 metri quadrati.
In attesa ringrazio e Buona Pasqua
(Pino – Carrara – Toscana)

Risposta

Ciao Pino,
grazie di scriverci di te e della tua vita; certo è che un orto rialzato fatto con cassoni di marmo sarebbe stato veramente particolare, unico nel suo genere!
Per quanto riguarda la tua richiesta e cioè capire come e dove reperire della terra vera…di origine minerale e non terriccio…non inquinata, ti suggerisco di rivolgerti a chi vende materiale edile, compreso anche la terra chiamata da “Giardino”, necessaria quindi proprio alla realizzazione di giardini e spazi verdi in genere; chi commercia e trasporta terra è tenuto ad avere dei certificati che dimostrano l’assenza di inquinanti nella terra e con questo dovresti essere tranquillo. Una volta che hai la terra vera allora la potrai mischiare bene con terriccio da orto o anche di tipo universale e stallatico maturo…eviterei la torba che ha reazione troppo acida per le colture ortive.
Salute e buon orto.

Ciao,
vivo in campagna, vicino a Firenze, sto progettando il mio primo orto e ho deciso di seguire i principi della permacoltura, adattati all’estetica dell’orto rialzato.
Ho comprato dei cassoni di legno bins per il mio orto rialzato e, prima di riempirli, mi sono posta una domanda:
come posso proteggere il legno, rendendo così ¬ il mio cassone più resistente, senza intaccare le piante con prodotti non biologici?
C’è un modo per far respirare il cassone e le piante senza far ristagnare l’acqua e permettendo al legno di marcire il più tardi possibile?
All’interno andranno messe ramaglie,tronchi maturi,erba,torba e foglie.
Grazie.
(Alessia – Firenze)

Risposta

Ciao Alessia,
il tuo progetto promisquo permacoltura/orto in cassone ci pare una buona idea, grazie per condividerla con noi.
Non so la provenienza dei tuoi cassoni bins ma sono sicuro che in qualche misura il legno che li costituisce sia già trattato per resistere alle intemperie. Comunque non volendo usare ulteriormente e giustamente dei prodotti chimici impregnanti il legno ti suggerisco di trattare l’interno dei cassoni con una leggera passata di fiamma…che ne carbonizzi leggermente il legno – senza farlo bruciare, ma solo annerendolo leggermente – in quel modo i primi millimetri di spessore di legno saranno così impermeabili e proteggeranno tutto il tuo cassone. Esternamente invece potrai dare al legno degli impregnanti a base di acqua, biologici, da riconferire però ogni 1/2 anni. Poi inseriai certo un drenaggio di base e infine terra e ortaggi al top. La base dei cassoni deve essere ben forata che permetta lo scolo delle acque irrigue e piovane, mi raccomando.
Salute e buon orto.

Buongiorno,
sono una ragazza che ha un lavoro in ufficio, dopo studi in economia e tanti sacrifici ho un lavoro sicuro ma stò pensando di provare ad avviare un’attività agricola.
Sono cresciuta in campagna con mia Nonna ed adoro la terra anche se so che è faticoso, avendo avuto l’esempio di mia Nonna.
Ho un terreno di 3000 mq a 400 m su livello del mare in provincia di Latina al confine con la campania, nel sud Pontino. Vorrei avviarmi alla coltivazione di grani antichi o segale o grano saraceno e costruire o comprare un mulino con macinazione a pietra.
Sarei anche orientata ad acquistare più terra se necessario.
Purtroppo non ho esperienza in merito.
Volevo chiedere quale prodoto mi consigliate di produrre almeno per l’inizio e se mi consigliate di costrutire o comprare il mulino? Può essere una scelta redditizia?
Grazie in anicipo per la risposta ed i consigli che mi potrete dare.
Cordiali Saluti,
(Irma)

Risposta

Ciao Irma,
grazie sempre per raccontarci la tua storia di famiglia, molto interessante sapere come la passione per la terra si tramandi di generazione in generazione.
Capiamo quindi la tua voglia reale di misurarti come agricoltrice ma, considerato la superficie che hai a disposione, 3000mq , è veramente poca qualsiasi coltura cerealicola tu voglia attivarci sopra. La quantità del raccolto cioè non ti basterebbe neanche a coprire le spese vive iniziali. Riguardo al mulino poi, almeno inizialmente, ti merita di sicuro utilizzare quelli esistenti nella tua zona, per giustificare l’acquisto o la costruzione di uno nuovo dovresti coltivare centinaia di ettari a cereali. Ma continuare a pensare, sognare, è necessario per far avverare tutti i nostri desideri. Essendo appassionata di grani antichi, consulta pure l’articolo che trovi nel link.
Salute e buon orto.

Buongiorno.
Ho un terreno accatastato come “vigneto” classe 3, mi piacerebbe poter intraprendere qualche attività legata agli orti sociali, oppure “orti in affitto”.
Ma essendo un vigneto, quali coltivazioni si possono fare? Ci sono dei vincoli?
Grazie.
(Federica)

Risposta

Ciao Federica,
vigneto e orticoltura sono entrambe colture agrarie e quindi non dovrebbero esserci vincoli particolari, anzi, in base alla zona in cui è accatastato il terreno ci dovrebbero essere dei diritti di reimpianto della vigna che tu puoi vendere (o cedere) a chi ha bisogno invece di aumentare la sua produzione viti-vinicola. Ti suggeriamo d’informarti presso le associazione di categoria della tua zona.
Bella l’idea degli orti in affitto!
Salute e buon orto.

Buonasera, sono un’infermiera in pensione e mi diverto molto a coltivare l’orto
Vorrei sapere per favore se è possibile coltivare le lenticchie in Piemonte e se si possono piantare le lenticchie che si comprano al supermercato oppure bisogna trovare apposite lenticchie da semina?
Grazie per la Vostra risposta.
(LinaCristina – Piemonte)

Risposta

Ciao Lina,
la coltivazione delle lenticchie è tipica del centro sud, ma è vero che al di la della latitudine dipende molto anche dall’esposizione del tereno e dal tipo di suolo che hai a disposizione nel tuo orto.
Ti direi comunque di provare, magari scegliendo esposizioni soleggiate e non concimando la terra, visto che le lenticchie sono leguminose, non ne hanno bisogno.
Per reperire il seme di partenza sarebbe meglio prendere quello destinato alla semina ma, difficile trovarlo in commercio e quindi dovrai affidarti al seme magari biologico destinato all’alimentazione.
Salute e buon orto.

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