“Là dove c’era un prato verde ora c’è una città…” in genere è così che funziona, togliere spazi verdi per cementificare, proprio come cantava Adriano Celentano nel ragazzo della via Gluck. Eppure, per quanto possa sembrarci strano, può succedere anche il contrario e dove c’era una discarica può nascere un giardino. E che giardino!
E’ successo a Vico d’Elsa, un piccolo paese vicino a Poggibonsi e al rinomato borgo medioevale di San Gimignano, in una zona ad alta vocazione turistica. Molti anni fa, per l’esattezza nel 2008, è nato il Giardino Sottovico per mano di alcuni appassionati coltivatori di piante grasse, che arrivati ad avere così tante piante da non sapere dove metterle cercavano un luogo dove custodirle. Quel luogo è stato trovato al limitare del paese, in una zona a rischio geologico, usata come discarica. E così sulla spinta di una passione individuale è nato un progetto collettivo: un orto botanico a valenza sociale.
Grazie alla collaborazione del Comune di Barberino Val d’Elsa e di alcuni sponsor, ma soprattutto grazie al lavoro dei molti volontari che si sono radunati intorno a questo progetto, ha preso vita e corpo il bellissimo giardino che oggi possiamo ammirare. Sono state costruite due serre, una molto grande e spettacolare, per proteggere le numerose piante grasse, una casetta come centro di accoglienza, un orto, una zona a roccaglia, una per le piante officinali e una per le farfalle, un impianto di fitodepurazione, con cascatella e laghetto annesso, un gazebo con laboratorio didattico. Il tutto unito da percorsi e sentieri protetti adatti anche ai disabili.
Eh sì, non manca proprio niente a questo giardino per perseguire gli obiettivi che si è prefissato, ovvero diventare un orto-giardino terapeutico, per offrire ai centri sociali operanti sul territorio un luogo di socializzazione dove sperimentare attività integrative legate alla natura, dove bambini, ragazzi, anziani e intere famiglie possono partecipare, apprendendo, alla manutenzione del giardino stesso, dove le scuole avviano percorsi didattici rivolti al rispetto della persona e dell’ambiente e, perché no, per offrire ai turisti di passaggio un occasione per visitare un ‘angolo’ rilassante dove comprendere i valori non solo estetici, ma anche sociali, espressi dal territorio.
Non solo discorsi ma fatti. Oggi il giardino è un luogo d’incontro e di apprendimento per scuole, disabili e famiglie e per chiunque voglia entrare in contatto con questa realtà. C’è chi lo fa seguendo abitualmente corsi specifici e chi lo fa saltuariamente magari soltanto per imparare a gestire un orto o ancora più semplicemente per partecipare ad una serata musicale o ad una cena sociale. “Abbiamo cercato di creare un contesto favorevole per percepire i messaggi positivi che la natura è in grado di trasmetterci, attraverso la stimolazione sensoriale, attraverso la ‘Globalità dei linguaggi’, che è il metodo educativo alla base di tutti i nostri percorsi didattici” ci spiega Luigi Lisi presidente, presidente dell’Associazione Giardini Sottovico.
Ma di cosa vive oggi questo giardino e chi si ne occupa? Se ne occupano i soliti volontari di un tempo che ancora sorprendentemente non si sono stancati, magari se ne è aggiunto qualcuno strada facendo, ma nel frattempo si è costituita l’Associazione Culturale Giardino Sottovico, che conta circa 400 soci sostenitori, che per quanto utili non sarebbero sufficienti al mantenimento e allo sviluppo di questo progetto se alcuni di essi non si rimboccassero le maniche e non producessero tante piccolissime piantine grasse da vendere, dietro donazione, all’interno del giardino stesso o durante fiere e mercatini a cui l’associazione partecipa. Peraltro invito tutti all’acquisto di queste piantine perché sono bellissime da regalare ad amici e parenti in qualsiasi occasione, e oltre a fare un presente di qualità aiuteremo gli amici del Giardino di Sottovico a mantenere la propria autonomia economica e decisionale.
Ce n’ è abbastanza per potere definire questo progetto un successo da cui prendere spunto per farne altri, e poi altri e ancora altri in tutta Italia. Ma siccome il Giardino di Sottovico e suoi instancabili soci una la fanno e mille ne pensano, concludo col raccontarvi il loro ultimo sogno nel cassetto. Si tratta di una zona destinata ad un percorso educativo familiare. Una zona, ai margini del giardino, volutamente ‘into the wilde’, ovvero selvaggia, al cui centro sta per essere ultimata una casa sull’albero, senza luce e senza comfort, dove le famiglie più ‘coraggiose’ potranno soggiornare, sempre dietro una donazione, per sperimentare un nuovo (o forse è meglio dire vecchio) modello di vita. “E’ un posto e un’esperienza destinata a coloro che hanno voglia di mettersi in gioco – spiega Luigi Lisi – per cercare e ritrovare quelle risorse umane, presenti in noi, ma spesso nascoste e dimenticate”. Se appartenete a questa categoria prenotatevi!
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