Sapete che ogni tanto mi piace divagare e portare sulle pagine di InOrto ortaggi e verdure che non si mangiano, ma si ammirano. Quelle prodotte da Este Ceramiche Porcellane rientrano perfettamente in questa categoria. Sono ortaggi che stanno a metà strada tra arte e orto. Perché anche se è vero che all’orto viene spesso solo richiesto di produrre cibo buono e sano, quando esce dai suoi confini e allarga il proprio raggio di influenza, se ne comprende meglio anche la valenza estetica se non addirittura ‘filosofica’.
Allora ben vengano oggetti come quelli prodotti da Este Ceramiche e Porcellane, un’antica manifattura che si trova a qualche decina di chilometri da Padova, che da sempre produce ‘terraglie sopraffine’ ispirate al mondo dell’orto e del frutteto. Pensate che è dal 1700 che la fabbrica riproduce forme che richiamano la natura! Sono cambiate le tecniche e i proprietari si sono succeduti (ultimo Giovanni Battista Fadigati, il cui nonno rilevò la settecentesca Franchini di Este nel 1955), ma l’impronta è rimasta la stessa: l’eccellente qualità del fatto a mano e l’elegante bellezza dei decori antichi.
Zucche e cavoli di ogni forma e colore che sembrano più veri dei veri, ma che si aprono e sono pronti ad accogliere zuppe e minestre, oppure piatti trompe l’oeil (ne esistono circa 80/90 tipi diversi) sui quali vengono applicati frutta e verdura di ogni varietà, inventati all’epoca per divertire gli ospiti, sicuramente aristocratici e non contadini, ma che oggi ci appaiono come piccoli gioielli di perfezione ceramica. E ancora carciofi, radicchi, asparagi e ortaggi a non finire.
A metà strada tra realtà e finzione, tra gioco e funzionalità, sono oggetti che difficilmente lasciano indifferenti, ma destano curiosità e ammirazione
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