Inizia a fare freddo e molti lavori nell’orto vanno rimandati, ma è sempre il momento per mettere a dimora un buon albero da frutto, ammesso che non piova a dirotto e che il terreno non sia gelato. Allora perché non approfittarne per piantare un alberello ormai quasi del tutto dimenticato: l’azzeruolo o nel suo nome latino Crataegus azarolus.
Nessuno lo coltiva più perché i suoi frutti dolci e aciduli allo stesso tempo, sono piccoli e si conservano difficilmente e per questo non sono molto commerciabili. E’ frutto da cogliere e da mangiare subito, i nostri nonni ne facevano razzie nei campi, lo gradivano tanto quanto le ciliegie.
L’azzaruolo è originario dell’Asia Minore, ma si è diffuso prestissimo sulle rive del Mediterraneo e in Europa, diventando in breve tempo una pianta tipica delle nostre colline dove i terreni sono argillosi o calcarei e soleggiati. E’ una pianta che cresce lentamente, che ama il clima mite e il suolo ben drenato. In genere si adatta bene nelle zone abitate da roverelle e lecci.
La presenza di un azzeruolo può davvero impreziosire il nostro frutteto, è alto circa 4 metri, ha un tronco scuro e rami contorti, frutti decorativi e foglie che ricordano quelle del biancospino, non a caso appartengono alla stessa famiglia. L’azzeruolo è un alberello molto decorativo: i fiori bianchi riuniti a mazzetti in aprile-maggio trasformano l’azzeruolo in una nuvola bianca, mentre a settembre è spettacolare, grazie ai frutti maturi che spiccano contro il verde delle foglie. I frutti si presentano in gruppetti di piccoli pomi di circa 4 cm di diametro e possono essere sia rossi, che gialli o bianco crema a seconda della varietà. La più rustica e conosciuta è la varietà Rossa d’Italia, con buccia rossa, polpa acidula e con sapore di fragola. Poi c’è la Bianca d’Italia, con la buccia giallo chiara e liscia, croccante, dolce, acidula e succosa. Infine abbiamo la Gialla del Canada di colore giallo intenso e polpa leggermente farinosa. Come avrete capito la più bella è la rossa, ma la più buona è la bianca! Sono tutte rinfrescanti e dissetanti, il loro sapore ricorda la mela con qualche nota di nespola. Si possono consumare fresche o fare delle ottime gelatine.
Prima le nostre campagne erano piene di questo bell’albero da frutto allora perché non piantarlo anche oggi e dargli umano a resistere e a non scomparire?
foto di Rossella e di Carlo Columba da flickr
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