Questa primavera, nonostante l’inverno sia stato rigido, gli alberi da frutto sono carichi.

Che soddisfazione, vedere i rami gremiti di tanti piccoli frutti, anche se so che non tutti arriveranno in tavola! Sarei fortunata se ne raccogliessi la metà, ma purtroppo saranno molti meno quelli che finiranno nel mio paniere.

La decimazione inizierà per mano mia e diradare sarà necessario se vorrò che i frutti siano più sani e saporiti, evitare che i rami si spezzino sotto il peso eccessivo dell’abbondanza o che si propaghino malattie per mancanza di spazio, di aria e di luce.

Non amo diradare, per questo spesso chiedo la collaborazione di figli, marito o amici. Dovere scegliere chi eliminare è compito ingrato…Tuttavia delle linee guida da seguire per facilitare la selezione ci sono. Per prima cosa iniziamo col togliere (solo a mano mi raccomando) i frutti malformati, poco sviluppati o che presentano qualche patologia (ticchiolatura, ruggine, insetti). Poi osserviamo quali sono i punti di maggiore affollamento ed eliminiamo i frutti più centrali, quelli che sembrano pressati a destra e a sinistra da altri frutti, che potrebbero non ricevere luce e aria a sufficienza. Infine stacchiamo quelli che si trovano su rami troppo esili.

Sul pesco dovremmo lasciare una pesca ogni dieci centimetri e sull’albicocco un’albicocca ogni 5. C’è chi sostiene che è meglio toglierne una in più che una di meno, ma per me è impossibile: le soluzioni drastiche non sono il mio forte. Preferisco essere ‘soft’ intanto so che le ghiandaie (uccelli ghiotti, scaltri e insolenti) in un secondo tempo parteciperanno, purtroppo, a questo ‘eccidio’.

Per l’albiccoco e per il pesco questa operazione è indispensabile e va eseguita quanto prima, per il melo invece possiamo aspettare un poco di più, ma non dobbiamo lasciare più di due mele per mazzetto. Il pero è sottoposto alla ‘cascola’ naturale, vale a dire alla caduta spontanea dei frutti in eccesso, ma anche questo è vero a metà, perché alcune varietà, per esempio le Conference, va diradata manualmente. Per fortuna i ciliegi non richiedono decurtazioni: le ciliegie sono piccole e sui rami c’è posto per tutte.

Oltre alle ghiandaie anche gli sbalzi climatici possono talvolta contribuire attivamente alla caduta prematura dei piccoli frutti. Arriva dunque un momento in cui dobbiamo contenere le perdite e questo per me vuole dire disseminare nel frutteto colorati spaventapasseri, strisce argentate che fluttuano e rumoreggiano al sole, specchietti per le allodole, sagome di falchi o qualsiasi diavoleria tenga lontani pennuti affamati. E se avete qualche altro suggerimento SCRIVETEMI!!

8 commenti
  1. Marco
    Marco dice:

    Ciao ! Complimenti per l’articolo … Anche io non amo diradare ma cosa possiamo farne con le mele in eccesso ancora acerbe ??? Ci deve pur essere qualcosa a cui possano servire no??

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    • nara marrucci
      nara marrucci dice:

      Se togliamo le mele quando sono piccole, piccole non credo che possiamo farci niente se non metterle in compostiera. Se invece cadono o le togliamo quando sono un po’ più grosse forse possiamo provare a cuocerle e a trasformarle in marmellata. Personalmente non ci ho mai provato! Comunque quest’anno ho avuto la conferma di quanto diradare sia importante: con l’albicocco avevo avuto la mano ‘leggera’, ma poi ho visto che quelle cresciute un po’ più in ‘solitudine’ erano più belle, sane e saporite. Ciao e grazie per i complimenti…

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  2. Gianfranco
    Gianfranco dice:

    Salve,
    anch’io ho letto e apprezzato l’articolo. Ma il mio problema, sul ciliegio è opposto al suo.
    Ho un ciliegio che oltre a non fare che pochi frutti, nonostante mi sembra che la fioritura possa essere considerata normale, ne perde una gran parte prima della maturazione.
    Preciso che non faccio trattamenti e che solo una volta ho concimato con stallatico pellettato.
    Cosa posso fare?
    Grazie.
    (Gianfranco)

    Rispondi
    • Stefano Pissi
      Stefano Pissi dice:

      Ciao Gianfranco,
      capiamo benissimo la questione del tuo ciliegio, per individuare la o le cause precise però è necessario osservare attentamente il fenomeno e capire se:
      1 – Il ciliegio subisce una cascola dei fiori prima dell’impollinazione
      2 – Il ciliegio subisce una casola dei frutti appena allegati
      La cascola dei fiori o frutti è un evento normale nelle piante, nel tuo caso eccezionale invece è attribuibile a squilibri nutrizionali, cioè mancanza di qualche micro elemento nel sistema che impedisce o l’allegagione dei frutti oppure stimola la cascola dei frutti prima che maturino.
      Tienici informati sulla questione e informati nel tuo consorzio agrario di riferimento riguardo a questo tema, quale integratore “alimentare” potresti fornire alla tua pianta per aiutarla ad allegare i frutti.
      Salute e buon orto.

      Rispondi
  3. Riccardo
    Riccardo dice:

    Ciao!
    È passato un po’ di tempo da quando avete pubblicato l’articolo ma provo lo stesso a farvi la domanda, magari avete visto casi simili.
    Qui nel sud dell’Argentina, nel mio cortile, ho un pesco che secondo l’inquilino precedente non ha mai dato buoni frutti. A me è successo il primo anno di raccogliere 3-4 pesche bianche spettacolari e buonissime, e tantissime peschette di scarso sapore e con forma irregolare, diciamo un po’ schiacciata.
    Quindi l’anno dopo l’ho potato e l’ho irrigato abbondantemente come mi è stato detto ma è successo di nuovo. Studiando un po’ di più, ho visto che dovevo ridurre il numero di frutti e quest’anno l’ho fatto drasticamente, togliendone 9 su 10: le pesche, che stanno maturando ora (qui è estate), sono però di nuovo tutte piccole e ce n’è solo una, su un rametto sottile e all’ombra, che ha le dimensioni di una bella pesca bianca. Da cosa dipenderà? Già non so più dove cercare e a chi chiedere!
    Grazie e saluti dalla Patagonia!
    (Riccardo, Patagonia, Argentina)

    Rispondi
    • Stefano Pissi
      Stefano Pissi dice:

      Ciao Riccardo,
      Certamente le cure colturali come:potature, concimazioni, irrigazioni e anche diradamento dei frutti aiutano ad avere una pianta più sana e frutti grossi.
      Una domanda, al di la delle dimensioni differenti ma, le pesche più grosse, sono anche di forma e colore diverso dalle piccole e schiacciate e poi, la pesche che raccogli più grosse e belle sono sempre su la stessa parte della pianta?
      Sto cercando di capire se proprio una parte specifica della pianta abbia subito un innesto con un’altra varietà di pesche.
      Comunque il diradamento dei frutti aiuta, ma 9 su 10 forse è eccessivo come percentuale, se ci tieni aggiornati ci aiuti ad aiutarti.
      Salute e buon orto.

      Rispondi
  4. Ugo Panizza
    Ugo Panizza dice:

    Ciao,
    La mia giovane pianta di mele, apparentemente rigogliosa e sana, come ogni anno perde completamente i frutti già ben sviluppati.
    Noto delle macchie verde scuro sulla buccia che si sviluppano anche all’interno, alcuni frutti sono bucati.
    Posso fare ancora qualcosa per salvare almeno una mela?
    Grazie,
    (Ugo)

    Rispondi
    • Stefano Pissi
      Stefano Pissi dice:

      Ciao Ugo,
      certamente la tua pianta è sana e rigogliosa, il suo aspetto certamente non t’inganna!
      Da come ci descrivi la questione dei danni, che ritrovi sui frutti, invece intuisco che il problema sia un fungo che vive sulla corteccia della pianta (rami e fusto) e che poi passa ad attaccare anche i frutti i quali inevitabilmente cadono a terra. Al di la del nome del patogeno (ci vorrebbero delle immagini dei frutti danneggiati per dare un nome preciso, ma credo sia Sphaeropsis Malorum) ti suggerisco alcuni rimedi che puoi attuare al fine di ridurre i danni sui frutti:
      1 – Per tutto l’anno esegui potature dei rami secchi – solo i secchi mi raccomando – segno della presenza del fungo che li porta a morte. Importante eliminare la risulta della potatura anche tramite bruciatura.
      2 – Autunno, alla caduta delle foglie, fai un trattamento a base di rame metallo (ossicluoruro di rame, poltiglia bordolese ecc) andando ad interessare specialmente tutte le mini ferite lasciate appena aperta a causa di ogni foglia caduta; il trattamento dovrà interessare anche tutto il fusto e chioma di rami, ovviamente mondata precedentemente dal secco.
      3 – inverno, ripeti il trattamento con soluzione di poltiglia bordolese bagnando bene il legno e corteccia della pianta in riposo.
      4 – Primavera, escludendo la fase di fioritura farei altri due trattamenti – prima della fioritura e dopo con le mele comunque allegate bene. In questo caso è probabile che tu riesca a interessare il fungo che, insieme alla pianta, inizia a svegliarsi dal riposo invernale e quindi ridurre sempre meglio la sua azione distruggente le mele.
      Spero che con questo programma di rimedi biologici tu possa risolvere.
      Salute e buon orto.

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